Strage di Monreale, giornalista intimidito durante una diretta a Palermo: “Se non vi levate, vi ammazzo”

Il giornalista Giorgio Saracino, inviato della trasmissione di Rai 2 Ore 14, è stato intimidito in diretta mentre faceva un collegamento dal quartiere Zen di Palermo per il caso della strage di Monreale, la sparatoria in cui hanno perso la vita tre giovani di 23, 25 e 26 anni.
Le tre vittime si chiamavano Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli. Saracino, da qualche giorno a Monreale e al quartiere Zen di Palermo per il programma condotto da Milo Infante, stava raccontando in diretta le ultime novità sul caso quando un’auto bianca si è avvicinata a forte velocità per poi evitarlo all’ultimo minuto.
Secondo quanto riferito dal giornalista e dall’operatore video, l’uomo alla guida ha gridato: “Se non vi levate, vi ammazzo”. Vicino al luogo del collegamento era presente una pattuglia dei Carabinieri a garantire la sicurezza del lavoro della troupe della Rai.
Al termine della trasmissione Saracino ha riferito che i militari hanno individuato il guidatore dell’auto, l’hanno convocato in caserma e lo hanno sanzionato. Il giovane è poi uscito in compagnia di una ragazza ed entrambi hanno indirizzato alcuni gesti di sfida e scherno verso il giornalista. Il conduttore Milo Infante ha ringraziato i carabinieri del pronto intervento.
“Chi fa queste cose a poca distanza dalle forze dell’ordine o è molto stupido o molto pericoloso – ha detto in chiusura di trasmissione -. Se potessi parlare con questo ragazzo gli farei solo una domanda: perché? Cosa ti ha infastidito? Il racconto che fa un inviato di un territorio difficile, di una strage che deve ancora trovare i suoi responsabili? Se non riusciamo a capire queste cose non riusciremo a fare passi in avanti ma solo indietro”.
Intanto, ieri, Samuel Acquisto, il 18enne fermato con l'accusa di concorso in strage, si è avvalso della facoltà di non rispondere. In carcere si trova già Salvatore Calvaruso, 19 anni, accusato di strage, porto abusivo e detenzione illegale di arma da fuoco.
Acquisto, detenuto in isolamento al carcere di Pagliarelli e assistito dall'avvocato Roberto Bellotta, è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari per l'udienza di convalida del fermo emesso dalla procura di Palermo ed eseguito dai Carabinieri del comando provinciale.
Non ha risposto ma, ha detto il legale al termine dell'udienza che si è tenuta nella casa circondariale palermitana, ha rilasciato dichiarazioni spontanee: "Ha riferito di non essere presente alla sparatoria e che sono stati aggrediti. Lui è scappato e poi è ritornato quando ha sentito gli spari. Ma ha negato di avere incitato qualcuno a sparare". Il gip si è riservato sulla decisione.