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Strage Corinaldo, l’accusa chiede pene più severe per la “banda dello spray”

Pene più pesanti per la “banda dello spray” che tre anni fa provocò la strage di Corinaldo. È quanto chiesto dall’accusa durante il processo d’appello. Per la morte di cinque minori e una donna morti schiacciati in discoteca sono stati condannati sei ragazzi.
A cura di Chiara Ammendola
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Sei mesi di reclusione in più. È questa la richiesta avanzata quest'oggi dal sostituto procuratore generale Ernesto Napolillo ai giudici della Corte d'assise d'appello di Ancona, per la "banda dello spray" nell'ambito del processo d'appello per la strage di Corinaldo. Cinque i ragazzi, tutti minorenni, morti schiacciati nella calca creatasi all'interno della discoteca "Lanterna azzurra clubbing" di Corinaldo (Ancona), la notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018. Con loro morì anche una donna di 39 anni, che aveva accompagnato il figlio nel locale dove quella sera si stava tenendo un concerto di Sfera Ebbasta.

I responsabili sono stati condannati in primo grado a pene che variano dai 10 anni e 5 mesi ai 12 anni e 4 mesi di carcere. Si tratta di ragazzi poco più che ventenni, tutti residenti nel Modenese: sono stati riconosciuti colpevoli di concorso in omicidio preterintenzionale, rapine, furti con strappo e lesioni personali. La richiesta di sei mesi di reclusione in più è data dall'accusa di associazione per delinquere, così come spiegato in aula, accusa caduta in primo grado.  La pena più alta era stata attribuita a Ugo Di Puorto e Raffaele Mormone (12 anni e 4 mesi); poi 11 anni e 6 mesi ad Andrea Cavallari, 11 anni e 2 mesi a Moez Akari, 10 anni e 11 mesi a Souhaib Haddada e 10 anni e 5 mesi a Badr Amouiyah. In quella sede i pm avevano sollecitato pene comprese tra 16 e 18 anni di carcere.

Tutti si sono sempre dichiarati innocenti ma secondo quanto ricostruito dalla Procura quella sera i sei ragazzi, diffusero nell'aria una sostanza urticante, provocando un fuggi fuggi e una calca in cui morirono schiacciati, a causa del cedimento di un ringhiera, i cinque adolescenti e la mamma 39enne. Altre 200 persone circa rimasero ferite. La sentenza del processo bis potrebbe arrivare il 10 o il 17 marzo. Il calendario delle udienze è stato definito oggi: il 20 gennaio è previsto l'intervento del Procuratore generale, il 3 febbraio per le parti civili con possibilità di utilizzare anche la data del 10 febbraio, il 17 e il 24 febbraio per le difese, il 10 marzo per le repliche e la camera di consiglio con la possibilità di utilizzare anche il 17 marzo.

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