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Storie di burocrazia all’italiana: 24 anni di attesa per una risposta dall’Inps

Una donna di Chieti aveva inoltrato una richiesta di ricongiunzione onerosa all’Istituto nazionale di previdenza sociale nel lontano 1989. La lettera di risposta, negativa, è arrivata solo giovedì scorso.
A cura di Biagio Chiariello
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“Si informa che la sua istanza non può essere accolta”. Questa la risposta che l’Inps di Chieti ha dato ad una utente in merito a una richiesta di ricongiunzione onerosa. Niente di strano se non fosse che la risposta, seppur negativa, sia arrivata con 24 anni di ritardo. E’ l’assurda storia di malaburocrazia all’italiana racconta oggi da Primadanoi.it. La domanda era stata presentata da una signora nel lontano 16 ottobre 1989. La lettera dall’Inps datata e protocollata è arrivata il 29 agosto 2013: "In relazione all’istanza prodotta dalla S.V. in data 16 ottobre 1989, si informa che per le norme che disciplinano questa Cassa la sua istanza non può essere accolta". Quasi due decenni e mezzo per dire ‘no’, e che "sulla posizione assicurativa Inps – gestione privata – non risulta versata contribuzione". E chissà che la signora non abbia persino dimenticato di aver inoltrato quella domanda. Ad ogni modo, l'utente non potrà prendersela comoda come ha fatto l'Inps: per la cronaca, per l’eventuale ricorso ha "appena" 30 giorni di tempo. Intanto dalla sede regionale dell’Inps, in merito alla singolare vicenda fanno sapere che il problema non è specifica responsabilità della filiale teatina, ma riguarda "lavorazioni centralizzate a livello nazionale dovute all’integrazione tra Inps e Inpdap".

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