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“Stiamo morendo di fame, fate presto con l’indennità”. L’appello dei lavoratori stagionali

Antonino Miano, 36 anni, si definisce “un lavapiatti come tanti”. È un lavoratore stagionale del turismo e la struttura in cui è impiegato non ha riaperto i battenti dopo il lockdown. Così dopo l’indennità Covid-19 di maggio erogata dall’Inps non ha più ricevuto un soldo. “Avevano promesso un altro contributo di mille euro per i mesi di giugno, luglio e agosto – spiega l’uomo a Fanpage.it – Ma siamo alla fine di ottobre e ancora non si è visto nulla. Stiamo morendo di fame”.
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A cura di Luisa Santangelo
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Antonino Miano, 36 anni, lavapiatti stagionale
Antonino Miano, 36 anni, lavapiatti stagionale
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A Sant'Alessio Siculo, in provincia di Messina, ci sono 28 gradi, il cielo è limpido e l'acqua del mare è trasparente. Alcune persone prendono il sole sedute in spiaggia, coi piedi bagnati dalle onde. Sono gli ultimi riflessi di un'estate che, nella cittadina ionica, non è poi stata questo granché. Antonino Miano, 36 anni, avrebbe dovuto prendere servizio come ogni stagione all'hotel Kennedy, sul lungomare. Ma l'albergo che lo impiega come lavapiatti stagionale non ha mai riaperto dopo il lockdown. Così le entrate economiche di Miano, dopo la disoccupazione percepita fino a febbraio e l'indennità Covid-19 erogata dall'Inps a marzo, aprile e maggio, si sono ridotte a zero. "Menomale che ci sono i miei genitori, altrimenti sarei morto di fame – racconta a Fanpage.it – Avevano detto che per quelli come me ci sarebbe stata un'altra indennità, una tantum, per i mesi di giugno, luglio e agosto. Ma siamo alla fine di ottobre e ancora non si vede niente".

La condizione dei lavoratori stagionali è piuttosto particolare: Miano prende servizio tra marzo e aprile e termina di lavorare, di solito, il 31 ottobre. Quando si conclude ufficialmente la stagione balneare e quando le temperature, di solito, cominciano a essere meno miti. Per i restanti mesi dell'anno, vive con la disoccupazione garantitagli dai mesi in cui, invece, ha lavorato. Il nuovo coronavirus e la pandemia ha scombinato i piani suoi e di migliaia di operai come lui, impiegati nel turismo siciliano e, in particolare, sul lungo litorale che da Taormina arriva fino a Messina.

Quando la malattia Covid-19 si è diffusa, sono stati varati due decreti per aiutare i lavoratori come Antonino Miano: per gli stagionali del turismo sono stati previsti 600 euro a marzo, 600 euro ad aprile e mille euro a maggio. Finito il lockdown, però, ci sono state strutture che non sono riuscite a riaprire e ad affrontare le spese di una stagione già compromessa. Immaginando circostanze simili, il decreto di agosto siglato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha previsto un'indennità onnicomprensiva del valore di mille euro, a copertura dei tre mesi estivi. "L'indennità Covid di maggio è arrivata a luglio – attacca Miano – E quella dell'estate ancora non si vede".

"Io vivo con i miei genitori e ringrazio ogni giorno che ci siano loro – prosegue il lavoratore – Ma penso, per esempio, al mio chef: ha 60 anni, una moglie e cinque figli ed è nella mia stessa situazione. Lui come fa? E siamo in tantissimi a essere in queste condizioni. Io mi espongo a nome di tutti loro, perché non è possibile essere lasciati così". Il timore è che possa essere a rischio anche la stagione 2021, in assenza di tempi certi o di previsioni per un vaccino. "Da noi i grandi gruppi cominciavano ad arrivare a marzo – conclude il 36enne Miano – Io spero che si trovino soluzioni. E spero che lo Stato trovi il modo di aiutare non soltanto noi, ma anche i proprietari delle strutture. Noi siamo come una famiglia, mi sono trovato sempre bene con i titolari e spero che siano messi nelle condizioni di potermi riprendere a lavorare nel 2021. Il nostro è un inverno continuo da febbraio 2020, ed è sempre più freddo".

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