“Sporco romano”, tifoso romanista accoltellato a Napoli

"Sporco romano te ne devi andare di qua, non devi lavorare qua", è questa la frase pronunciata da alcuni aggressori contro un tifoso della Roma accoltellato sabato notte per le vie di Napoli e che ha fatto scattare immediatamente le indagini da parte della Digos. La frase e la fede calcistica giallorossa dell'uomo accoltellato, infatti, fanno temere che dietro l'agguato possano esserci una sorta di vendetta di alcuni tifosi napoletani per la morte di Ciro Esposito. In realtà finora non sono stati confermati elementi a sostegno dell'ipotesi di una vendetta per la morte del tifoso napoletano accoltellato nella Capitale davanti allo stadio olimpico prima dell'incontro Napoli Fiorentina valido per la finale di coppa Italia di calcio. Ad ogni modo le verifiche da parte degli agenti della polizia continuano per accertare l'esatta dinamica dei fatti ed eventuali collegamenti trai due fatti delittuosi. Il giovane, un cuoco che da poco lavora nelle cucine di un prestigioso albergo di Napoli, è stato avvicinato per strada da alcuni sconosciuti che si sono identificarti come ultras napoletani e lo hanno apostrofato in malo modo prima di infliggergli una accoltellato ad un gluteo.
La ferita al gluteo e la prognosi di dieci giorni
A quanto si apprende, pare che sia da escludere che il giovane accoltellato possa far parte di frange di ultras romanisti anche se sarebbe un frequentatore della Curva Sud dello Stadio Olimpico e sarebbe stato colpito, tempo fa, da un Daspo in seguito a tafferugli. Più probabile però è che qualcuno lo abbia sentito parlare della Roma di cui è sicuramente tifoso e lo abbia aggredito ricordando la storia di Ciro Esposito. Lo stesso fatto che il giovane sia a Napoli da pochi giorni sta facendo interrogare gli inquirenti sulla effettiva correlazione dell'aggressione con l'uccisione di Ciro Esposito per la quale rimane indagato l’ultrà romanista Daniele De Santis. Fortunatamente per il giovane cuoco poche conseguenze dall'aggressione visto che è stato medicato all’ospedale Pellegrini e se l’è cavata con una prognosi di dieci giorni.