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Sperimentazione sui macachi: lettera con proiettile al professor Marco Tamietto

“Non sei un ricercatore, sei un assassino. Colpiremo duro te e la tua famiglia”. E’ il testo di una lettera minatoria inviata – con un proiettile – a Marco Tamietto, il ricercatore dell’Università di Torino responsabile del progetto Lightup per lo studio del fenomeno del blindsight (visione cieca) nei macachi.
A cura di Davide Falcioni
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Marco Tamietto, il ricercatore dell’Università di Torino responsabile del progetto Lightup per lo studio del fenomeno del blindsight (visione cieca) nei macachi, ha ricevuto una busta contenente un proiettile e una lettera minatoria. Lo scienziato negli ultimi mesi è stato oggetto di molti attacchi da parte di associazioni animaliste che chiedono la liberazione dei macachi utilizzati per i test e resi parzialmente ciechi dal'equipe del professor Tamietto.

Il progetto Lightup si avvale dei test sui primati e serve a studiare il recupero della vista nei pazienti ciechi a causa di danni alla corteccia visiva del cervello, ma da tempo il trattamento riservato  agli animali fa molto discutere. Il progetto ha ottenuto un finanziamento di due milioni di euro e sulla vicenda era anche intervenuta anche la ministra Grillo chiedendo chiarimenti. La busta che conteneva una lettera di minacce scritta al computer e un proiettile è stata recapitata all'università di Torino. Sono stati i colleghi di Tamietto ad aprirla, insospettiti da uno strano rigonfiamento della carta. "Non sei un ricercatore, sei un assassino. Colpiremo duro te e la tua famiglia" si legge nel messaggio anonimo. Sulla vicenda indaga la Digos.

Tamietto non è purtroppo nuovo a minacce. Nei mesi scorsi era infatti stato vittima di un'aggressione mentre si recava in rettorato. Da tempo l’Università di Torino ha denunciato  la campagna di disinformazione intrapresa dalla Lega Anti Vivisezione annunciando di aver avviato tutte le azioni, anche legali, opportune e ricordando che il progetto di ricerca è stato approvato, in maniera autonoma e indipendente, dallo European Research Council e dal suo Comitato Etico; dal Comitato di Bioetica dell’Università di Torino, dall’Organismo Preposto al Benessere Animale dell’Università di Parma e dal Ministero della Salute, previa valutazione favorevole del Consiglio Superiore di Sanità.

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