Soda caustica al posto dell’acqua alla bimba: una condanna e una assoluzione. Il papà: “Non è giustizia”

Una condanna a due mesi di reclusione e una assoluzione.
I giudici della terza sezione penale della Corte d’Appello di Bari hanno così deciso la sentenza d'appello sul caso della piccola Anna Maria, 9 anni all'epoca dei fatti, a cui a Villa Menelao di Turi (Bari), durante un ricevimento, venne servita della soda caustica al posto dell'acqua, causandole lesioni irreversibili all'esofago.
Il responsabile dell’autocontrollo Haccp della sala ricevimenti è stato assolto "per non aver commesso il fatto" mentre è stata ridotta la pena nei confronti di Francesco De Grecis, il magazziniere della struttura, a processo per la vicenda che ha colpito nel luglio del 2017 la piccola Annamaria. L'accusa era di lesioni personali colpose.
La giovane, adesso 15enne, ha dovuto subire negli ultimi anni numerosi interventi chirurgici (circa 45) per le gravi lesioni all'esofago riportate a seguito dell'ingerimento del detergente.
"Ieri abbiamo assistito ad una specie di film di fantascienza – commenta il papà di Annamaria, Giovanni -. La sentenza arrivata sembra essere stata fatta senza nemmeno aver letto le carte. E la riduzione di condanna da 8 a 2 mesi, che dicono essere dovuta ad un ricalcolo, non ha alcun senso".
Quel 31 luglio di 6 anni fa, durante il ricevimento, la bimba aveva chiesto un bicchiere d’acqua al barista di un chioschetto della sala. Ne bevve appena un sorso e iniziò a sentirsi male: "Aiuto, brucia, brucia!" urlò. Il cameriere, infatti, le aveva servito un detergente per lavastoviglie altamente corrosivo, travasato dal fustino a una bottiglia di vetro verde, di quelle in cui solitamente si trova l’acqua.
"Giustizia è (s)fatta, davvero, come ho letto oggi su qualche testata", conclude Giovanni, sottolineando anche come Anna Maria, oggi 15enne, abbia accolto la notizia: "Ormai è "grande", fa il terzo liceo, ed è molto abbattuta, capisce l'odore di beffa di questa sentenza".