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Smantellato giro di spaccio a Genova: chi non poteva pagare diventava cavia per nuove droghe

Maxi operazione antidroga a Genova: smantellata un’organizzazione che spacciava fino a 250 dosi al giorno. Venti misure cautelari, 17 in carcere. Chi non poteva pagare veniva usato come cavia per testare nuove droghe o costretto a prestazioni sessuali. Le consegne avvenivano a domicilio utilizzando anche un taxi.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Un’operazione antidroga di vaste proporzioni è scattata all’alba di oggi a Genova, dove la Polizia Locale ha smantellato una presunta organizzazione criminale composta da venti persone, accusate di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina e crack. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, è stata ribattezzata “Call and Drugs” per la modalità con cui avvenivano le consegne: la droga veniva ordinata con una semplice telefonata e consegnata a domicilio, spesso anche sul luogo di lavoro del cliente.

L’inchiesta è partita da una segnalazione di un cittadino e si è sviluppata nel corso di due anni, tra aprile 2021 e dicembre 2023, attraverso intercettazioni, pedinamenti e tracciamenti dei veicoli usati dai sospettati. Gli investigatori hanno documentato oltre 300 episodi di spaccio e individuato sette laboratori utilizzati per il taglio e il confezionamento della droga.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo riusciva a distribuire fino a 250 dosi al giorno, mantenendo un sistema di vendita estremamente organizzato. Le consegne venivano effettuate in auto o addirittura in taxi, mezzo impiegato per eludere i controlli: il tassista risulta ora tra gli indagati. Gli spacciatori si muovevano tra le zone di Castelletto, Oregina, Marassi, Molassana, Sampierdarena e il centro storico, rifornendo una rete stabile di clienti “fidelizzati”. Ogni dose veniva venduta a un prezzo compreso tra 15 e 20 euro, ma chi non poteva pagare in denaro trovava altre modalità di compensazione.

L’aspetto più inquietante dell’inchiesta riguarda proprio il trattamento riservato ai clienti insolventi, in particolare donne. Chi non era in grado di saldare il debito poteva essere costretto a testare nuove partite di droga, diventando di fatto una cavia umana per verificarne la qualità e la potenza. In altri casi, secondo quanto emerge dagli atti, il pagamento avveniva attraverso prestazioni sessuali. Una pratica crudele che aggiunge un ulteriore elemento di gravità all’intera vicenda.

Il gruppo criminale acquistava le sostanze da un fornitore albanese a Varazze, per poi distribuirle capillarmente a Genova. L’attività non si è mai fermata nemmeno dopo i primi sequestri e arresti, segno di una struttura radicata e in grado di rigenerarsi. Gli indagati – 18 di nazionalità senegalese, uno francese e uno gabonese – disponevano di auto dedicate, telefoni “puliti” utilizzati esclusivamente per lo spaccio e una rete di appartamenti-laboratorio in cui preparavano le dosi.

L’operazione odierna ha portato all’esecuzione di 20 misure cautelari: 17 persone sono state condotte in carcere, mentre per altre tre è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Genova. Il provvedimento è stato firmato dalla giudice Nicoletta Guerrero, su richiesta delle pm Monica Abbatecola (Dda) e Francesca Rombolà.

Nel corso delle indagini erano già stati effettuati 11 arresti in flagranza, con il sequestro di eroina, hashish, cocaina e 30 mila euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. Il giudice ha inoltre disposto il sequestro preventivo delle somme riconducibili agli indagati.

All’operazione hanno partecipato 90 agenti della Polizia Locale, supportati dalle unità cinofile antidroga, che hanno perquisito abitazioni, garage e magazzini. Dalle prime ore del mattino le pattuglie si sono mosse in contemporanea in vari quartieri della città, mettendo fine a un sistema di spaccio che per anni aveva rifornito decine di consumatori.

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