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Sigarette, vietati i pacchetti da 10: lo dice l’Unione Europea

L’Ue impone regole più rigide: stop ai “mini pacchetti” che costano di meno e invogliano i giovanissimi a prendere il vizio del fumo. Addio definitivo anche alle sigarette aromatizzate (mentolo, vaniglia, liquirizia, eccetera) dal 2020. Sigarette elettroniche: ogni Stato membro deciderà se trattarle come derivati dal tabacco o come medicine che aiutano a smettere di fumare.
A cura di Redazione
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Stop alla vendita dei pacchetti di sigarette da 10. L'Unione europea vieterà a dire il vero in tutti i Paesi membri la commercializzazione di "tutti i pacchetti contenenti meno di 20 sigarette". Motivo? Questo prodotto potrebbe attrarre di più i giovanissimi per il suo costo contenuto. La decisione è stata presa dai rappresentanti permanenti degli Stati membri nel Consiglio Ue (Coreper) hanno confermato a Bruxelles l'accordo raggiunto con i rappresentanti del parlamento europeo sulla proposta di revisione della direttiva sui prodotti del tabacco. Aggiungendo alcune modifiche minori al testo, che verrà votato dalla Plenaria di Strasburgo prima delle elezioni di maggio. L'accordo è stato salutato sia dal commissario Ue alla Salute, Tonio Borg, che dalla relatrice del parlamento europeo, Linda McAvan. Il testo costituisce un giro di vite nelle norme europee contro il tabagismo, anche se meno severo di quanto avrebbe voluto la Commissione europea nella sua proposta originaria.

Aumentano le dimensioni tipografiche delle avvertenze sanitarie contro il fumo sui pacchetti al 65% (mentre la Commissione aveva proposto il 75%) della superficie, sia della facciata che del retro dei pacchetti, e il "warning" dovrà figurare sulla parte superiore della confezione, così da essere sempre visibile sugli scaffali. Sui pacchetti dovranno comparire anche delle raffigurazioni grafiche dei danni del fumo, da scegliere in una serie di immagini approvate dalla Commissione. I pacchetti "neutri" senza il marchio del produttore, potranno essere imposti dai paesi membri, se vorranno adottare misure più rigorose di quelle della direttiva, come ad esempio annuncia di voler fare l'Irlanda. Per scoraggiare il fumo tra i giovani, proibiti tutti gli additivi e aromi che rendono più gradevole il fumo, come il mentolo o la vaniglia, ma il divieto sarà in applicazione solo nel 2020, quattro anni dopo l'entrata in vigore della direttiva. Proibiti anche vitamine e altri additivi che creino l'impressione di benefici sanitari o riduzione dei danni alla salute, stimolanti come taurina e caffeina, che promettono energia e vitalità, coloranti del fumo emesso dalle sigarette e additivi che facilitano l'inalazione e l'assorbimento della nicotina.
Il testo prevede anche un emendamento promosso da europarlamentari italiani, che consente l'aggiunta di additivi, e in particolare zuccheri, quando servono a ricostituire le sostanze perse nel processo di essicazione all'aria aperta del tabacco (in particolare di quello della varietà Burley, coltivata in Italia e in altri paesi europei), ma a condizione "che non aumentino in modo significativo o misurabile la dipendenza" dal tabacco "o la tossicità del prodotto".

Poi, la vicenda delle sigarette elettroniche: l'accordo prevede sostanzialmente di lasciar decidere agli Stati membri se trattare questi prodotti come medicine (come voleva originariamente la Commissione), o come normali prodotti derivati dal tabacco. Oggi 15 Stati membri regolamentano questi prodotti e 13 no. Se i produttori decideranno di metterne in evidenza il fatto che le sigarette elettroniche aiutano a smettere di fumare, dovranno sottoporle alle complesse procedure di autorizzazione del settore farmaceutico e quindi alla vendita nelle sole farmacie. Se, invece, ne verrà consentita la commercializzazione nei normali canali distribuzione al pubblico, saranno comunque applicate le norme, i limiti e i divieti specifici previsti per gli altri prodotti del tabacco.

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