Sigarette elettroniche, il fisco preme per una nuova tassa

Se ne è parlato spesso nei mesi scorsi e a più riprese sono entrate nel mirino del mondo politico, ma ora per le sigarette elettroniche la nuova tassa appare dietro l'angolo. Dopo Decreto Sviluppo e legge di Stabilità, l'ultimo tentativo di introdurre il balzello c'è stato nel decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione ma poi anche questo è tramontato. Una situazione però che ben presto sarà destinata a cambiare visto che ormai dagli uffici del ministero delle finanze ripetono che una misura va presa visto che il gettito sulle sigarette sta calando e le vendite delle sigarette elettroniche al contempo crescono. In effetti il business delle e-cig è quasi raddoppiato negli ultimi anni forse anche grazie alla quasi assenza di regolamentazioni e di tasse che rendono il commercio al dettaglio molto conveniente, in alcuni casi con rincari del 100%.
Prodotto di fumo o medico – Il problema di fondo è che oltre alla voglia di tassare, sulle sigarette elettroniche in realtà ci sono stati pochi studi e poche decisioni sostanziali. Come ricorda Mario Sensini sul Corriere della Sera il governo fa ancora fatica a stabilire se sono un prodotto da fumo paragonabile alle normali sigarette oppure un dispositivo medico. La questione è fondamentale perché solo grazie a questa decisione si possono stabilire le relative regole, come ad esempio esclusiva in tabaccheria o divieti pubblicitari, ma anche una normativa fiscale sulle sigarette elettroniche. Neanche l'Europa per il momento viene in aiuto con molte proposte e discussioni e nessuna soluzione concreta. Alcuni preferirebbero un'imposta di consumo invece dell'accisa, altri invece suggeriscono di tassare gli atomizzatori, cioè i "filtri". Tutte ipotesi che però non piacciono alle Finanze, perché garantirebbero in realtà un gettito misero.