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Serve funghi velenosi ai suoceri a casa sua e li uccide: “Volevo solo fare qualcosa di speciale”

Nel processo a carico della 50enne australiana Erin Patterson, imputata per triplice omicidio dopo la morte per avvelenamento dei suoi ex suoceri e della zia dell’ex marito, rivelati i dettagli del racconto del pranzo mortale fatto dall’accusata alle autorità subito dopo i fatti.
A cura di Antonio Palma
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“Non avevo mai cucinato prima quel pasto, volevo solo fare qualcosa di speciale” così si è giustificata la 50enne australiana Erin Patterson imputata per triplice omicidio dopo la morte per avvelenamento dei suoi ex suoceri e della zia dell’ex marito durante un pranzo a casa sua e che lei sostiene sia stato accidentale. Nel processo in corso davanti alla Corte Suprema, infatti, sono stati rivelati i dettagli del racconto del pranzo mortale fatto dall'accusata alle autorità subito dopo i fatti.

La 50enne, che si è dichiarata non colpevole di tre capi d'accusa per omicidio e uno per tentato omicidio, ha cambiato più volte versione sulla preparazione di quel pasto servito ai quattro parenti che aveva invitato a casa sua nel 2023. Il funzionario sanitario che per prima ha indagato sul sospetto avvelenamento ha raccontato di aver chiamata la donna subito dopo i fatti e che Erin Patterson le ha riferito di aver avuto una "diarrea esplosiva" la sera dopo il pranzo del sabato e fino alla domenica successiva.

Don e Gail Patterson, due delle tre vittime morte dopo il pranzo coi funghi
Don e Gail Patterson, due delle tre vittime morte dopo il pranzo coi funghi

La stessa funzionaria ha affermato che la signora Patterson le ha detto che si trattava di "un pasto che non aveva mai cucinato prima e che voleva fare qualcosa di elaborato" per l’occasione. La donna aveva detto che aveva preparato un pasto a base di manzo alla Wellington con funghi che erano un mix di champignon comprati al supermercato e funghi secchi provenienti da un fruttivendolo asiatico.

"La conversazione iniziale sembrava indicare che ne avesse usati alcuni nel primo piatto ma poi ha detto di no. Ma non era molto chiara. Ha detto che non era sicura di dove li avesse acquistati” ha aggiunto la funzionaria sanitaria. Al momento non è chiaro dove e quando li abbia acquistati. L’accusa sostiene che li abbia raccolti in zona sapendo che erano avvelenati ma la donna nega ogni accusa e parla di tragica fatalità.

La difesa sostiene che la 5oenne era andata nel panico perché era sopraffatta dagli eventi dopo che le quattro persone si erano sentite male a causa del cibo che aveva servito loro. Per questo si sarebbe fatta prendere dal panico dando informazioni errate.

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