“Seimila componenti difettosi usati su 477 aerei Boeing 787”: a processo due aziende di Brindisi

Sarà un processo a stabilire se i componenti forniti da due aziende brindisine alla Leonardo per la costruzione delle fusoliere dei Boeing 787 Dreamliner fossero non conformi agli standard di sicurezza. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi, Simone Orazio, ha infatti disposto ieri il rinvio a giudizio per le due società coinvolte – Processi Speciali e Manufacturing Process Specification – e per sette imputati, tutti manager o dipendenti delle stesse.
Le accuse mosse dalla Procura sono pesanti: associazione per delinquere, attentato alla sicurezza dei trasporti, frode in commercio ai danni di Leonardo e Boeing, e persino inquinamento ambientale. A firmare il fascicolo è il pubblico ministero Giuseppe De Nozza, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza e della Squadra Mobile, supportate da una rogatoria internazionale e dalla collaborazione dell’FBI.
Gli imputati sono Vincenzo Ingrosso e i suoi tre figli Antonio, Alberto e Alessandro, insieme a Domenico Salamino, Salvatore D’Isanto e Sirio Virgilio Zecchini. Secondo la tesi accusatoria, tra il 2016 e gli anni successivi le due aziende avrebbero prodotto e fornito a Leonardo 4.829 componenti in titanio e 1.158 in leghe di alluminio non conformi alle specifiche tecniche. Il materiale, secondo gli investigatori, presentava resistenze meccaniche inferiori agli standard previsti, a causa dell’utilizzo di materie prime di qualità scadente, scelta presumibilmente dettata dalla volontà di contenere i costi.

I componenti sarebbero stati utilizzati per l’assemblaggio di 477 esemplari del Boeing 787 Dreamliner, con potenziali rischi per la sicurezza dei velivoli, soprattutto in condizioni di emergenza. A confermare la gravità della situazione sono due perizie tecniche: una redatta dagli ufficiali dell’Aeronautica Manuele Bernabei e Guido Zucca, l’altra dagli ingegneri dell’ENAC Paolo Privitera e Annamaria Dallan. I tecnici hanno evidenziato che, sul lungo periodo, le anomalie potrebbero compromettere l’integrità strutturale degli aerei.
La vicenda giudiziaria ha avuto origine da una precedente indagine conclusa nel 2021, che portò al sequestro degli stabilimenti delle due società nell’ambito di un’inchiesta per bancarotta fraudolenta. Il processo si aprirà il 16 febbraio 2026, e vede come parti civili sia Leonardo che Boeing, che potrebbero avanzare richieste di risarcimento multimilionarie.