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Ultime notizie sull'omicidio di Elisa Pomarelli

Sebastiani confessa: “Ha detto ‘Vediamoci meno’, mi sono sentito deluso e l’ho uccisa”

“Quando mi ha detto che forse non era più il caso di vederci così spesso, mi è caduto il mondo addosso e ho pensato che il bene che diceva di volermi fosse finto e che in realtà non ci fosse mai stato”. Così, durante l’interrogatorio davanti al giudice, Massimo Sebastiani ha spiegato come è maturata in lui la rabbia omicida verso Elisa Pomarelli, uccisa 3 settimane fa a Piacenza.”Il pollaio era diventato improvvisamente buio, si trattava di una scossa fisica, un freddo totale”.
A cura di Angela Marino
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"Il pollaio era diventato improvvisamente buio, si trattava di una scossa fisica, un freddo totale. Quando Elisa mi ha detto che non voleva più vedermi così spesso mi è caduto il mondo addosso e ho pensato che il bene che diceva di volermi fosse finto e che in realtà non ci fosse mai stato”. Così Massimo Sebastiani, oggi nel carcere ‘Le Novate di Piacenza' per aver ucciso l'amica 28enne Elisa Pomarelli, ha spiegato come sarebbe maturato di lui l'intento omicida. Secondo le parole tratte dagli atti giudiziari e pubblicate oggi da ‘La Libertà', il desiderio di strangolare Elisa fino alla morte sarebbe nato improvvisamente mentre lei gli comunicava che avrebbe voluto allentare la frequenza con cui si vedevano, come reazione ‘emotiva' all'abbandono. Elisa, gay dichiarata e impegnata con Massimo Sebastiani in diversi lavori di agricoltura (insieme avevano costruito un pollaio per l'allevamento delle galline), tuttavia, aveva sempre ribadito che la loro era solo una relazione di amicizia.

La notte le dicevo: "Buonanotte Taty"

Questa decisione, sempre secondo lui, lo avrebbe scosso a tal punto da annebbiargli la vista, tanto che "il pollaio era diventato improvvisamente buio" e lungo il corpo avrebbe sentito "una scossa fisica, un freddo totale". Stando a come racconta i fatti, Sebastiani, difeso dall'avvocato Mauro Pontini, che per lui ha chiesto una perizia psichiatrica, avrebbe agito in uno stato di alterazione. Dopo il delitto, tuttavia, ha compiuto una serie di azioni lucide e razionali, come fare rifornimento al ditributore, consultare l'amico Silvio Perazzi, inviare a Elisa, dopo la sua morte, ben due messaggi in cui si fingeva preoccupato per il suo silenzio. Azioni volte a depistare le future indagini e tutelare la propria posizione. Il suo racconto, tuttavia, prosegue sull'onda di questo stato di alterazione, per cui dichiara:

Sono tornato a trovarla (si riferisce al cadavere, ndr) con la speranza che fosse ancora viva. Mi sono diretto verso casa di Silvio Perazzi (l’amico indagato per favoreggiamento, ndr) rifugiandomi in un boschetto poco lontano così da poter stare vicino a lei. Andavo sempre a trovarla e per due notti ho dormito accanto a lei. Dopo sono riuscito a entrare a casa di Silvio e a nascondermi in una mansarda. Dalla finestra vedevo il luogo in cui si trovava Elisa e tutte le sere le dicevo ‘buonanotte taty' come facevo prima via messaggio. Non mi rendevo conto, era come se lei facesse ancora parte del mio mondo. Una volta, pensando avesse sete, gli ho portato anche una bottiglietta d’acqua. Quando sono andato da lei e mi sono accorto che il suo corpo stava cambiando ho preso un badile e l’ho sepolta dicendole: così stai più al caldo. Io comunque sono qua e ce ne andremo insieme. Avrei voluto uccidermi ma non ne ho avuto il coraggio.

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