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Scontro Burioni-Gismondo sul coronavirus, la scienziata: “Dobbiamo dare risposte, il resto è noia”

L’immunologo Roberto Burioni ha chiesto scusa alla direttrice del reparto di Micrologia e Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo. La scienziata: “Non è stato uno scontro. Alla gente non interessa. Dobbiamo tutti garantire dignità della scienza e dare risposte alla gente, il resto è noia”
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non ho mai inseguito questa querelle". Il botta e risposta sull'emergenza coronavirus tra l'immunologo Roberto Burioni e la direttrice del reparto di Microbiologia clinica, Virologia e Bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, continua a distanza, anche se i toni utilizzati dai due esperti si sono attenuati. "Non è stato uno scontro – ha spiegato Gismondo – Alla gente non interessa. Dobbiamo tutti garantire dignità della scienza e dare risposte alla gente, il resto è noia", ha spiegato '24Mattino' su Radio 24. "Il confronto tra scienziati è positivo – ha aggiunto, dopo le scuse rivolte da Burioni nelle ultime ore – l'interpretazione può essere soggettiva e dipende dal background culturale. Burioni è immunologo io virologa, si hanno approcci diversi e confrontarsi fa bene a tutti".

Burioni questa mattina, intervenendo nella rubrica ‘Il Caffé' sul ‘Corriere della Sera', ha fatto una pubblica autocritica: "Sono io che ho sbagliato. Ho visto un post della dottoressa Gismondo che citava un numero palesemente erroneo. Non avrei dovuto reagire chiamandola in quel modo. Non avrei proprio dovuto risponderle in pubblico". Il medico si era rivolto alla scienziata chiamandola provocatoriamente la ‘Signora del Sacco'. "Avrei dovuto scriverle in privato e non l'ho fatto. O meglio, l'ho fatto poco fa. Le ho appena mandato una mail di scuse. Lei ha sbagliato un numero e io una parola. Ma sono giorni così, siamo tutti sotto pressione. Pensi che domenica non sono neanche riuscito a vedere la Lazio".

E su una delle frasi al centro delle polemiche "se avessi pieni poteri per prima cosa scioglierei la Roma", ha precisato: "Era solo una battuta per ribadire che non aspiro a incarichi pubblici. Sono laziale dai tempi di Chinaglia. Mi piace la rivalità calcistica, lo sfottò simpatico, la goliardia. Vede, fino a 52 anni ero un ricercatore e basta. Poi la polemica con i No Vax mi ha proiettato in un mondo per il quale non avevo ancora preso il vaccino. Ci sono cose che non posso più permettermi". Per esempio? "L'Ironia", ha concluso il medico.

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