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Scialpinisti morti dopo valanga in Valle d’Aosta, ingegneri di “Eco Boys” sognavano città sostenibili

Gabriele Del Carlo e Velio Coviello sognavano città sostenibili e attente alla natura. I due, morti sotto la valanga in Valle d’Aosta, erano attivisti per l’ambiente.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Gabriele Del Carlo (a sinistra) e Velio Coviello (a destra)
Gabriele Del Carlo (a sinistra) e Velio Coviello (a destra)

Ingegneri di professione e ambientalisti per vocazione, sognavano città diverse, ciclabili e sostenibili. Gabriele Del Carlo e Velio Coviello sono morti insieme nella giornata di sabato a 39 e 38 anni in Valtournenche durante una gita. Il distacco di una valanga a 2.400 metri di quota li ha travolti senza lasciare loro scampo. 

I due sono stati trovati morti nella mattinata di ieri e i loro corpi sono stati estratti dalla neve dopo ore di ricerche. Del Carlo e Coviello erano scialpinisti esperti e condividevano la passione per la montagna. La natura incontaminata e lo sport erano loro grandi passioni fin dagli anni dell'università. Nei primi anni 2000, il cambiamento climatico stava già lasciando il segno e i due scalatori cercavano di diffondere l'interesse per il tema nell'università e per le strade. Per limitare l'impatto dell'inquinamento, avevano iniziato a spostarsi in bicicletta, scontrandosi con la realtà delle strade poco sicure per i ciclisti. Di tanto in tanto protestavano pacificamente contro i morti in strada e per strade più sicure. Il gruppo da loro fondato si chiamava "Eco Boys".

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Gabriele Del Carlo aveva fondato anche il Bike Pride, la festa dell'orgoglio della bicicletta che ogni primavera invade Torino. Molte delle più recenti e funzionali piste ciclabili della città sono il frutto del suo lavoro tecnico ed esperto. Del Carlo stava prendendo la specializzazione in Pianificazione Urbana ed era stato nel consiglio nazionale della Fiab, la Federazione italiana ambiente e bicicletta.

Con Velio poi spendeva tempo in montagna. "Dall'alto si vede tutto meglio" dicevano a chi cercava di farli desistere. Coviello era laureato in Ingegneria ambientale, materia di cui aveva anche preso un dottorato. Fino al 2020 aveva lavorato in Messico e studiava il vulcano del Colima. Poi il ritorno in Italia e l'impiego per l'Università di Bolzano per la gestione dei rischi idrogeologici in ambienti montani. Dopo la vittoria del concorso da ricercatore che l'aveva portato al Cnr Irpi, aveva iniziato a lottare per i precari della ricerca. Lascia una compagna, Irene, e una bimba di cinque anni.

I due scalatori lasciano le famiglie e una comunità di amici attoniti, pronti però a portare avanti le loro battaglie.

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