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Schiaffi, insulti e libri in testa: maestra d’asilo di Bari ripresa dalle telecamere e condannata

Un anno e otto mesi: è questa la condanna che il Tribunale di Bari ha inflitto a una maestra di una scuola dell’infanzia della città pugliese giudicata colpevole di aver commesso violenze ai danni degli alunni.
A cura di Davide Falcioni
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Un anno e otto mesi: è questa la condanna che il Tribunale di Bari ha inflitto a una maestra di una scuola dell'infanzia della città pugliese giudicata colpevole di aver commesso violenze ai danni degli alunni, vittime di schiaffi, tirate d'orecchie, spintoni ma anche insulti e intimidazioni, comportamenti sovente ripresi dalle telecamere nascoste installate dai carabinieri.

La sentenza di primo grado – la donna ha scelto il rito abbreviato – è stata emessa dalla giudice Valeria Isabella Valenzi. I maltrattamenti risalgono al 2018 e l'inchiesta è scattata dopo la segnalazione di alcuni genitori che avevano appreso dai loro figli di presunti atteggiamenti violenti da parte dell'insegnante. I bimbi avrebbero riferito anche di intimidazioni relative all’utilizzo di uno "scotch per tenerli fermi".

Motivi che hanno spinto i carabinieri a indagare e videosorvegliare le aule scolastiche. Dalle immagini è emerso che in diverse occasioni la maestra ha  fatto ricorso all’uso di "spintoni, schiaffi al volto e al capo, strattonamenti e tirate d’orecchie". In un caso l’insegnante ha "colpito un’alunna in testa con un libro" per farla tornare a sedere al proprio posto, "facendola barcollare pericolosamente".

Un altro bambino è stato insultato dopo aver ricevuto uno schiaffo alla testa "per aver cancellato" sul foglio "qualcosa che non avrebbe dovuto cancellare",
appellandolo come “uno scemo, e piange come uno scemo”. Atteggiamenti ai quali si aggiungerebbero una serie di minacce, frasi offensive e ingiuriose nei confronti di tutta la classe: "Se non chiudete la bocca ve le suono", una delle minacce rilevate dalle intercettazioni ambientali.

La donna, sottoposta alla misura cautelare della sospensione da pubblico ufficio fino al 31 maggio 2019, è stata condannata anche al pagamento delle spese
processuali e al risarcimento delle parti civili, tre famiglie assistite dagli avvocati Gianfranco Grande e Anna Positano, da liquidarsi in separata sede. Nel frattempo la posizione lavorativa della maestra sarebbe al vaglio dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Bari.

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