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Scajola vende la casa al Colosseo e ci guadagna quasi un milione di euro

Chiusa definitivamente la vicenda del “a mia insaputa”. L’ex ministro ha ceduto a 1,63 milioni l’appartanmento che nel 2004 aveva pagato 610mila euro con l’aiuto “a sua insaputa” di Anemone.
A cura di Biagio Chiariello
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Per molti era diventata quella “pagata da altri a sua insaputa”. Alla fine l’ex ministro Claudio Scajola sarebbe riuscita a venderla per ben un milione e 630mila euro, praticamente quasi un milione di più di quello che l’aveva pagata (610 mila euro). Stiamo parlando naturalmente della casa in via del Fagutale di fronte al Colosseo. La notizia è riportata da Il Fatto Quotidiano. Per quella vicenda Scajola divenne oggetto di un severo dibattito politico. Finito sotto processo insieme a Diego Anemone, l’imprenditore coinvolto nel pagamento di una parte dell’immobile,  fu assolto in primo grado. Recentemente il reato di finanziamento illecito è stato prescritto in Appello.

980 mila euro il guadagno per Scajola. “In realtà Scajola era riuscito a spuntare molto di più. Al Fatto risulta che il 18 aprile 2012 l’ex ministro aveva firmato un preliminare con l’imprenditrice della sanità Jessica Veronica Faroni, direttore generale del Gruppi INI, titolare di cliniche sparse tra Roma, Guidonia e Grottaferrata. Il prezzo stabilito nel preliminare era di 2 milioni di euro. La dottoressa Faroni consegnò alla firma del preliminare un assegno circolare Unicredit di 250mila euro come caparra però poi si accorse che qualcosa nelle pratiche urbanistiche non collimava e iniziò una contesa”.

Il caso era iniziato ormai oltre 10 anni fa. Era il 7 luglio del 2004, quando Scajola, all'epoca ministro per il programma di Governo, versava di tasca sua per quell’appartamento di 180 metri in zona Colosseo 610mila euro dichiarati davanti al notaio Gianluca Napoleone. All'incontro erano presenti le venditrici l'architetto Angelo Zampolini, che ha tirato fuori gli assegni circolari offerti da Anemone e compagni “per colmare la differenza” di un milione e 700 mila euro.  Scajola però per il giudice “non si è trovato nelle condizioni di conoscere il maggior prezzo d'acquisto” dell'appartamento. Del resto al “momento della consegna” della parte da lui versata alle sorelle Papa, da parte dell'architetto Angelo Zampolini, uomo di fiducia di Anemone, “Scajola era assente”.

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