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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Sarah Scazzi, il fratello e la scarcerazione di Michele Misseri: “Lui poteva salvarla, non lo perdono”

“Se Michele Misseri avesse chiamato i soccorsi quando ha trovato mia sorella Sarah Scazzi nel suo garage, forse non sarebbe volata in cielo” ha ricordato Claudio Scazzi, commentando la notizia della prossima scarcerazione di zio Michele dopo aver scontato gran parte della sua condanna.
A cura di Antonio Palma
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“Lui poteva salvare mia sorella Sarah Scazzi, non ho rancore ma non lo perdono”, così Claudio Scazzi, fratello della 15enne uccisa ad Avetrana nel 2010, commenta la notizia della prossima scarcerazione di zio Michele Misseri dopo aver scontato gran parte della sua condanna per la morte dell’adolescente, uccisa e gettata in un pozzo nell'agosto di quattordici anni fa.

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“Non potrò mai perdonarlo perché se avesse chiamato i soccorsi quando ha trovato mia sorella Sarah nel suo garage, forse non sarebbe volata in cielo quel maledetto 26 agosto del 2010” ha dichiarato il fratello di Sarah Scazzi in una intervista al Corriere della Sera, ribadendo la convinzione della famiglia sui veri responsabili del delitto: sua zia Cosima Serrano e sua cugina Sabrina Misseri, condannate in via definitiva all’ergastolo per omicidio.

sarah scazzi, al via l'udienza preliminare

Michele Misseri dovrebbe lasciare il carcere nel febbraio prossimo, con un anno circa di anticipo rispetto al fine pena previsto per il 2025. L’uomo è stato condannato a 8 anni per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove dopo aver indicato il luogo dell'occultamento del cadavere e cambiato più volte versione dei fatti. Inizialmente confessò agli inquirenti di aver ucciso la nipote Sarah Scazzi, indicando anche la località in cui si trovava il pozzo nel quale aveva gettato il corpo, nelle campagne di Avetrana.

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Interrogato da pm e giudici, però, si era contraddetto più volte, finendo infine per coinvolgere la figlia Sabrina e la moglie Cosima. Di fronte all’arresto delle due donne, zio Michele poi aveva provato a ritrattare addebitandosi l’uccisione della nipote, continuando sostenere questa tesi anche oggi ma non è mai stato più creduto.

“La sua mi pare una strategia: più un cercare di far capire a moglie e figlia quanto tenga a loro che ottenere un risultato processuale” ha dichiarato Claudio Scazzi che da tempo sapeva della prossima liberazione di Michele Misseri. “Gli avvocati in questi anni ci avevano avvertito. Ci siamo preparati mentalmente a questo giorno. Quando incrocerò di nuovo il suo sguardo credo che proverò indifferenza” ha concluso il fratello di Sarah Scazzi.

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