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Omicidio Saman Abbas

Saman Abbas, riparte il processo: “Se si fosse agito in modo tempestivo, forse sarebbe ancora viva”

“Se si fosse agito in modo tempestivo forse Saman sarebbe ancora viva”, così Teresa Manente, avvocato di Differenza Donna, una delle associazioni ammesse come parte civile nel processo per l’omicidio della 18enne pakistana ripreso questa mattina a Reggio Emilia.
A cura di Chiara Ammendola
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Saman Abbas e il padre Shabbar
Saman Abbas e il padre Shabbar
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“Oggi c'è l'oggettiva e dichiarata volontà di Shabbar Abbas di partecipare al processo e di dire e raccontare la sua verità, se non lo ha fatto finora è perché ci sono delle difficoltà oggettive”, così in aula Simone Servillo, l'avvocato dei genitori di Saman, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara la notte del 30  aprile 2021 e trovata morta il 18 novembre scorso in un casolare abbandonato. I due sono accusati di sequestro di persona, omicidio volontario e soppressione di cadavere insieme allo zio di Saman, Danish Hasnain e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Questa mattina è ripreso il processo che li vede imputati per l'omicidio della giovane che secondo l'accusa sarebbe stata uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato dalla sua famiglia con un cugino in Pakistan. La Corte d'Assise di Reggio Emilia ha deciso che Shabbar Abbas, che è stato arrestato in Pakistan dove era fuggito, sarà processato per omicidio in Italia insieme agli altri familiari imputati per la morte della giovane Saman. L'avvocato Servillo ha spiegato in udienza di avere ricevuto una mail dal collega pakistano che assiste il padre di Saman Abbas in patria dalla quale emerge la volontà di essere coinvolto nel procedimento italiano.

Presenti in aula a Reggio Emilia i cugini e lo zio della giovane. La madre è ancora latitante. Il primo teste a essere ascoltato è stato Pasqualino Lufrano, fino a qualche anno fa comandante della stazione dei carabinieri di Novellara: è stato lui, a inizio estate 2020, ad occuparsi per primo della vicenda di Saman dopo che la giovane, allora minorenne, si era rivolta a lui per raccontargli della situazione a casa e del matrimonio combinato. In quel periodo le denunce contro i genitori di Saman non erano state ancora formalizzate.

“Se si fosse agito in modo tempestivo, forse Saman sarebbe ancora viva” il commento di Teresa Manente, avvocato di Differenza Donna, una delle associazioni ammesse come parte civile nel processo. A margine dell’udienza di oggi ha parlato anche l'avvocato Barbara Iannuccelli, che assiste, assieme a Claudio Falleti, il fidanzato di Saman come parte civile: “I genitori del fidanzato ricevevano spari intorno alla casa in Pakistan ogni volta che Saqib rilasciava interviste. Per questo motivo chiediamo che i suoi genitori siano portati in Italia”. Saqib sporgerà una nuova denuncia per le dichiarazioni fatte dal padre dal Pakistan che riguardano "i 20mila euro che Saqib avrebbe percepito per far sparire Saman secondo Shabbar".

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