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Salvatore Mannino, l’ex smemorato di Pisa confessa: “Così ho finto di perdere la memoria”

“Ho viaggiato sempre in treno, sono partito da Pontedera fino a Milano, poi Parigi e Londra. Dopo un giorno era a Edimburgo”, il 52enne di Lajatico giustifica la sua messinscena: “A casa mi sentivo un marito e un padre spodestato, comandava mia suocera che dal 2010 viveva con noi”
A cura di Biagio Chiariello
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“Ho viaggiato sempre in treno. Sono partito da Pontedera, ho raggiunto Milano, poi Parigi e Londra. Dopo un giorno ero a Edimburgo e ho voluto visitare subito la cattedrale. Mi sono messo in coda con i turisti ma sono svenuto e mi sono risvegliato in ospedale. Il mio piano era quello di far credere ai medici di aver perso la memoria, però per alcuni momenti l’ho persa davvero”.  A parlare è Salvatore Mannino, l’ormai ex smemorato di Lajatico, ricoverato nel riparto di psichiatria dell'ospedale Santa Chiara di Pisa, che in un’intervista al Corriere della sera ha provato a giustificare la sua finta perdita di memoria confessando tutta la messinscena. Il suo obiettivo, spiega, era riaffermare la sua autorità di pater familias e “vedere da lontano che cosa sarebbe accaduto in famiglia”, convinto che una volta ritornato in Italia, i suoi cari avrebbero capito che cosa significava vivere senza di lui.

"A casa mi sentivo un marito e un padre spodestato, comandava tutto mia suocera che dal 2010 viveva con noi e si metteva sempre in mezzo" spiega Mannino, che si dice dispiaciuto per aver creato questo caos, ma allo stesso tempo sostiene di essere stato costretto a fare qualcosa per una situazione diventata ormai insostenibile: “i rapporti con mia suocera erano diventati insostenibili. Non riuscivo più a sopportare una situazione così pesante e dovevo fare qualcosa per cambiarla”. Eppure a Lajatico (Pisa), quella di Mannino era considerata una famiglia modello e – come spiega Antonio Falossi, farmacista e cugino della moglie dell’uomo – quando, meno di un anno fa, l'uomo aveva deciso di mettere su un'azienda, aveva chiesto lui stesso alla suocera – la signora Sandra, insegnante in pensione – di diventare sua socia, e gli affari andavano bene. Qualcosa, ad un certo punto, è successo sicuramente. “Di sicuro c’è un disagio, che non vuol dire malattia”, conferma Alfredo Sbrana, lo psichiatra che ha in cura Mannino.

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