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Salemi, omicidio Angela Stefani, la dinamica: “Caradonna l’ha colpita in camera da letto”

Colpita sei volte con un oggetto contundente in camera da letto. Così è morta la povera Angela Stefani, la donna di Salemi scomparsa il 19 gennaio 2019 dalla casa dove viveva con il compagno a Salemi (Trapani). È stata una macchia di sangue a incastrate Vincenzo Caradonna, il compagno arrestato nei giorni scorsi per omicidio e occultamento di cadavere.
A cura di Angela Marino
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Colpita sei volte con un oggetto contundente in camera da letto. Così è morta la povera Angela Stefani, la donna di Salemi scomparsa il 19 gennaio 2019 dalla casa dove viveva con il compagno a Salemi (Trapani). È stata una macchia di sangue a incastrate Vincenzo Caradonna, il compagno arrestato nei giorni scorsi per omicidio e occultamento di cadavere per la morta di Angela. La traccia era presente su un mobile della camera da letto della casa di Angela. Vincenzo si era difeso dicendo che si trattava del suo sangue e che si era accidentalmente ferito con un movimento maldestro ma gli esami scientifici lo hanno smentito.

Caradonna ha ucciso Angela nel corso di un'aggressione violenta, una condotta che in passato aveva avuto spesso. Ben quattro donne tra le sue ex hanno raccontato di essere state vittime di brutali aggressioni da parte del Caradonna. "Mi ha picchiata, lasciandomi parecchi lividi nel corpo" racconta la prima compagna di Caradonna, intercettata con una microspia dagli inquirenti che indagavano sulla morte di Angela. Nessuna delle ex dell'uomo, infatti, lo ha mai denunciato, ma alcune di loro hanno riferito le violenze nel corso di conversazioni private. "A me il coltello me l'aveva ‘appizzato' in gola… la morte con gli occhi ho visto… io di coltello al maresciallo non ci ho parlato…" confessa un altra.

"Abbiamo avuto una relazione sentimentale circa vent'anni fa, quando avevo di età 22, 23 anni…È stato violento con me ogni volta che litigavamo per qualsiasi motivo, ad esempio perché lo vedevo flirtare con altre donne, lui mi picchiava selvaggiamente lasciandomi lividi e altri segni. Ricordo che una volta mi ruppe il setto nasale con delle testate. Non sono mai andata al pronto soccorso né l'ho mai denunciato, perché non è da me e perché voleva continuare con la mia relazione con lui. Ero innamorata. Mi ha massacrato", racconta un'altra: "Ho visto cose brutte, ho avuto paura… questo mi ammazza a me… perché se parlavo mi uccideva". Racconti agghiaccianti, come quello della donna che fu frustata da lui con un cavo elettrico, prima che tentasse di darle fuoco ai capelli con un accendino, versandoci del whisky.

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