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Rintracciato il consulente finanziario accusato di truffa milionaria: scomparsi 20 milioni dei risparmiatori

Il sessantenne di Bolzano era irreperibile da dicembre 2024, quando era andato in pensionamento anticipato. È indagato per truffa e furto. Sono 11 le vittime, tutte altoatesine.
A cura di Bianca Caramelli
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La Procura di Bolzano ha comunicato che, dopo 8 mesi di irreperibilità, è stato rintracciato il bancario che nel corso degli anni avrebbe truffato i propri clienti per 20 milioni di euro. Si tratta di un uomo di 60 anni, che lavorava come private banker nella filiale di Bolzano di un grosso istituto bancario da marzo 2010.

L'uomo è indagato per diversi reati, come truffa continua nei confronti dei suoi clienti, aggravata dall'avergli causato un ingente danno patrimoniale, e per furto pluriaggravato dal mezzo fraudolento ai danni della banca per cui lavorava. Allo stato attuale, le vittime attestate dagli inquirenti sono 11, tutte residenti nella provincia di Bolzano.

Il sessantenne era scomparso dal 31 dicembre 2024, il giorno del suo pensionamento anticipato. Le anomalie relative al modo in cui gestiva i risparmi dei clienti sono emerse subito dopo.

Negli ultimi giorni, il caso era stato trattato dalla stampa, visto che l'uomo era sparito. Ma nella mattina del 9 settembre, la Procura di Bolzano ha riferito con un comunicato stampa che l'uomo è stato rintracciato sul territorio nazionale dagli inquirenti, che hanno eseguito una perquisizione domiciliare e personale e gli hanno sequestrato telefono e computer.

Secondo l'ipotesi della Procura, il bancario ha "fornito false informazioni ai suoi clienti sull'andamento del loro portafoglio" e cioè sul valore dei loro investimenti, utilizzando dei documenti contraffatti in cui i loro patrimoni risultavano molto maggiori rispetto a quanto possedessero effettivamente.

La truffa sarebbe andata avanti per quasi dieci anni, da aprile 2015 fino a dicembre 2024. In questo lasso di tempo, l'indagato avrebbe fatto leva sulla fiducia nutrita nei suoi confronti per mascherare le sue truffe sotto operazioni di gestione dei patrimoni apparentemente regolari. In alcuni casi il consulente avrebbe fatto firmare ai clienti dei documenti in bianco, in altri avrebbe falsificato le loro firme. Documenti contraffatti e assegni circolari sarebbero stati invece gli strumenti usati dall'uomo per rassicurare i clienti e non insospettirli.

Ma le indagini della Guardia di finanza vanno avanti, perché i modi in cui l'uomo avrebbe gestito i milioni sottratti sono estremamente complicati da ricostruire. In parte potrebbero essere stati trasferiti su conti esteri, in parte bruciati al fine di coprire delle perdite dello stesso consulente.

Dunque, riportare i soldi nelle tasche delle vittime potrebbe rivelarsi molto complicato. Anche perché l'istituto bancario nega di avere una responsabilità. Il dubbio degli avvocati della parte lesa è che ciò non sia vero, perché la truffa è stata troppo ingente perché nessun controllo interno l'abbia fatta emergere.

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