Rientrato in Italia Michele d’Angelo, il prof detenuto per oltre due mesi in Albania: “Finito un incubo”

Dopo 75 giorni di detenzione in Albania, è rientrato in Italia nella notte Michele D'Angelo, docente di Biologia dell'Università dell'Aquila arrestato e condotto in carcere lo scorso agosto. Il 44enne è partito da Tirana intorno alle 18 di ieri, giovedì 23 ottobre, con la compagna Vanessa Castelli.
Atterrato a Roma Fiumicino poco dopo la mezzanotte, ha poi raggiunto L'Aquila. Sul trasferimento sia le autorità competenti italiane che quelle albanesi hanno deciso di mantenere fino alla fine il massimo riserbo. Il professore, libero su cauzione dopo più di due mesi di carcere, dovrà rispettare solo un obbligo di firma.
"Michele è molto provato, ma possiamo dire che è finito un incubo, ora possiamo respirare", ha detto Castelli, che in questi mesi aveva lanciato diversi appelli per riportare il compagno in Italia e che ha seguito con apprensione tutta la vicenda.
D'Angelo era stato arrestato l'8 agosto dopo un incidente sulla Levan-Fier costato la vita a un adolescente. Altre quattro persone erano rimaste ferite. Nello scontro la sua Lancia Ypsilon era stata centrata da una Mercedes guidata da un cittadino albanese che avrebbe perso il controllo del veicolo a velocità sostenuta.
D'Angelo procedeva a circa 40 chilometri orari e, dopo l'impatto, si era allontanato dal veicolo. Il gesto era stato contestato dalle autorità albanesi come abbandono del veicolo e violazione delle norme sulla circolazione. Mentre i suoi avvocati la considerano una reazione istintiva e non un tentativo di fuga. Le indagini si concluderanno a metà novembre.
Pochi giorni fa, dopo aver appreso la notizia dell'imminente rientro, il rettore dell'Università dell'Aquila Fabio Graziosi aveva espresso soddisfazione. “Siamo molto felici di apprendere che il prof. Michele D’Angelo, nostro stimato collega, potrà tornare presto in Italia", aveva spiegato.
"Come ateneo, fin dai giorni successivi ai fatti che hanno coinvolto il prof. D’Angelo, ci siamo mobilitati, rimanendo vicini a sua moglie e alla sua famiglia e seguendo sempre con attenzione e discrezione l’evolversi della situazione".
"Accolgo con profonda soddisfazione la notizia dell’avvio delle procedure per la rimessa in libertà di Michele D’Angelo, nostro concittadino detenuto in Albania dallo scorso agosto", aveva detto il sindaco, Pierluigi Biondi.
"In questi mesi è stato fatto un lavoro silenzioso, concreto e determinato che ha visto impegnati, sin dal primo momento, l’ambasciata e il corpo consolare per il tramite della Farnesina e del viceministro Edmondo Cirielli e di tutto il suo staff a cui desidero rivolgere un sincero ringraziamento per la disponibilità, l’attenzione e la sensibilità".
"Fin dai primi giorni, quando fui contattato dalla compagna Vanessa, abbiamo seguito da vicino l’evolversi della situazione – aveva spiegato – È stato difficile e doloroso, ma oggi prevale un sentimento di riconoscenza: verso chi ha lavorato lontano dai riflettori e verso tutte le persone che, con rispetto e senso delle istituzioni, stanno contribuendo a riportare Michele a casa".
"Siamo certi che saranno chiariti tutti gli aspetti della vicenda e che potrà buttarsi alle spalle questa triste parentesi”.