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Ricciardi (Oms): “Si deve dire la verità: siamo ancora nel pieno dell’epidemia, non è finita”

Per Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, e membro del comitato tecnico-scientifico, è ancora presto per parlare di riapertura dell’Italia: “Sarebbe un disastro. Bisogna dire bene la verità agli italiani. Non è ancora finito niente, dobbiamo avere pazienza. Il rischio è la seconda ondata, che in genere è sempre più violenta della prima”.
A cura di Ida Artiaco
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"Riaprire ora sarebbe un disastro. Bisogna dire bene la verità agli italiani. Non è ancora finito niente, dobbiamo avere pazienza". È categorico Walter Ricciardi, consigliere personale del ministro della Salute Roberto Speranza, membro del comitato tecnico-scientifico, che affianca il governo durante l'emergenza Coronavirus, e dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Anche se il numero dei contagi sta lentamente calando, non è ancora arrivato il momento di passare alla fase 2 e alla conseguente ripartenza del Paese. I rischi sono troppi, gli esperti ormai lo ripetono da giorni. "I numeri ci dicono che siamo ancora nel pieno di un'epidemia nella quale i casi salgono. Semmai c'è una diminuzione dell'aumento ma noi dobbiamo aspettare la discesa decisa della curva. A quel punto potremo essere più tranquilli", ha spiegato Ricciardi in una intervista a Repubblica. Il pericolo che bisogna scongiurare, arrivati a questo punto, è di vanificare tutti i sacrifici fatti finora.

"Non è ancora finito niente, dobbiamo avere pazienza – ha continuato Ricciardi -. Se abbassiamo la guardia rischiamo la seconda ondata, che come in tutte le pandemie è più violenta". Da evitare, dunque, assolutamente qualsiasi forma di assembramento almeno per altre tre settimane, fino al 3 maggio, quando anche le feste del 25 aprile e del 1 maggio saranno passate per evitare situazioni spiacevoli e pericolose. D'altronde, Ricciardi lo ripete da tempo: l'unica arma che abbiamo contro l'avanzata del Coronavirus è il distanziamento sociale, oltre al lavaggio frequente e corretto delle mani. Neanche l'uso delle mascherine può proteggere più di tanto senza il rispetto della distanza di almeno un metro per evitare possibili contagi. "Tutte le forme di assembramento sono pericolose – ha continuato l'esperto -, perché in quelle situazioni si abbassa la distanza di sicurezza. È chiaro che nei giorni di festa questi assembramenti possono essere più frequenti e i rischi sono maggiori, ma qualunque momento di vicinanza, anche nei giorni feriali, può far diffondere il virus. In tutto il mese non ci saranno aperture, salvo alcune attività, considerate in un certo senso di emergenza".

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