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Ravenna, svastica al sacrario partigiano di Camerlona dedicato a 208 soldati morti per la libertà

Estremisti di destra hanno imbrattato il sacrario partigiano di Camerlona, a Ravenna, disegnando una grossa svastica: il monumento è uno dei pochi cimiteri ufficiali delle Forze Armate italiane impegnate nella Seconda Guerra Mondiale. Venne eretto nel 1945 per ospitare i caduti del Gruppo di Combattimento Cremona, una delle quattro unità combattenti del rinato esercito italiano.
A cura di Davide Falcioni
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Ancora una inqualificabile provocazione da parte di nostalgici del nazifascismo, che nella giornata di ieri hanno imbrattato e profanato il sacrario partigiano di Camerlona che accoglie le spoglie di numerosi caduti della Resistenza appartenenti al Gruppo Combattente della Brigata ‘Cremona’. A renderlo noto è stato questa mattina il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale. "Un gesto di gravità assoluta e di inqualificabile violenza – ha commentato il primo cittadino –, purtroppo l’ennesimo insopportabile episodio, tra i tanti avvenuti in questi ultimi giorni in Italia, di atti vandalici che inneggiano al fascismo, al nazismo e all’antisemitismo. Voglio dirlo con forza, Ravenna, città Medaglia d’oro al valor militare, non tollera tali ignobili azioni e reagiremo con la decisione necessaria. Una pattuglia della Polizia locale è già sul posto e si sta già procedendo con la pulizia del sacrario". La lapide è stata pulita nel pomeriggio.

Il Sacrario di Camerlona è uno dei pochi cimiteri ufficiali delle Forze Armate italiane impegnate nella Seconda Guerra Mondiale. Venne eretto fin dall’inizio del 1945 per ospitare i caduti del Gruppo di Combattimento Cremona, una delle quattro unità combattenti del rinato esercito italiano che, nel gennaio del 1945, venne schierata a difesa della città di Ravenna. Questa "brigata" era composta anche da partigiani volontari di Umbria, Marche e Toscana, e iniziò il proprio ciclo operativo nei primissimi giorni di marzo del ’45 rendendosi protagonista nell’offensiva sul Senio e sul Santerno tra il 10 e il 13 aprile, e proseguendo l’avanzata nel ferrarese, fino alle porte di Venezia a fine aprile.

Il gruppo Cremona operava in collaborazione con il Friuli e – spiega l'Anpi – si trattava di compagini che unirono alla lotta armata la voglia di cambiamento. "Emblematico, a riguardo, risulta l’atteggiamento di sfiducia e di scherno del Cremona nei confronti di Umberto di Savoia che, con il suo seguito, ebbe la pretesa di passare in rivista i suoi soldati, che invece lo fischiarono; e mentre la banda fece partire la musica della Marcia reale intonarono la canzone antimonarchica ‘Già trema la casa Savoia'". Ai 208 caduti del Cremona è stato dedicato il cimitero di Camerlona.

Quello avvenuto a Ravenna è l'ennesimo gravissimo episodio dopo i tanti accaduti recentemente in tutta Italia, con scritte antisemite e di chiaro stampo nazista apparse su porte e muri di diverse città: l'ultimo ieri a Torino, dove ignoti hanno scritto "Onore Hitler" sulla porta di casa del figlio di un ex partigiano.

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