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Ragazzo picchiato dai Carabinieri a Modena: uno dei militari indagato per lesioni su un altro giovane

Uno dei due carabinieri che a Modena hanno fermato e preso a pugni un 23enne apparterebbe a un gruppo di colleghi al momento indagati per un’altra vicenda risalente a ottobre. Il carabiniere è stato iscritto nel registro degli indagati insieme ad altri cinque per lesioni ai danni di Mohamed Sakka, fratello di Taissir, 30enne tunisino trovato morto in un parcheggio.
A cura di Eleonora Panseri
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Uno dei due carabinieri che sono intervenuti l'altro ieri, mercoledì 13 marzo, a Modena, in largo Garibaldi, per l'arresto di un 23enne di origini guineane, protagonista del video girato da un passante in cui si vede il ragazzo preso a pugni da uno dei due militari, apparterebbe a un gruppo di colleghi che al momento sono indagati per un'altra vicenda, ancora pendente e con lati da chiarire, risalente a ottobre.

Il carabiniere in questione è stato iscritto nel registro degli indagati insieme a cinque altri colleghi per lesioni ai danni di Mohamed Sakka, fratello di Taissir, 30enne tunisino trovato morto la mattina del 15 ottobre in un parcheggio in via dell'Abbate.

Un altro carabiniere è stato indagato per morte in conseguenza di altro reato del 30enne, dopo che l'autopsia sul suo corpo aveva escluso, in ogni caso, traumi fatali e ricondotto il decesso a un possibile malore. L'inchiesta risulta ancora aperta.

Il 30enne Taissir Sakka
Il 30enne Taissir Sakka

Il ritrovamento del corpo di Taissir Sakka

Il corpo di Taissir era stato trovato in un parcheggio, con una ferita al capo. A seguito di una denuncia presentata dal fratello, dove si faceva riferimento a un presunto pestaggio subito da entrambi in caserma, i sei militari erano stati raggiunti da un avviso di garanzia. La Procura aveva disposto un accertamento medico legale che aveva appunto escluso lesioni causate da traumi.

In una nota diffusa dai carabinieri subito dopo il ritrovamento del corpo di Taissir, i militari scrivevano che il personale del 118 aveva soccorso un uomo senza fissa dimora, "constatandone l'avvenuto decesso" e che erano in corso "accertamenti finalizzati a ricostruire l'esatta dinamica di una possibile caduta accidentale. La persona, la sera precedente, era stata controllata in stato di ubriachezza in un locale della provincia", veniva evidenziato nella nota.

A non credere alla tesi della "caduta accidentale" erano stati i familiari e gli amici di Taissir che subito dopo il ritrovamento del corpo del 30enne avevano parlato di omicidio. Tra loro c'è anche il fratello Mohamed, che si trovava con il ragazzo poco prima che morisse, e che ha sporto denuncia contro i militari.

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