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Ragazza minorenne disabile abusata sui bus di linea a Taranto, chieste condanne per 8 autisti

Le richieste di pena a carico di 8 autisti dell’AMAT, azienda di trasporto pubblico locale di Taranto accusati di aver abusato sessualmente di una ragazza disabile in più occasioni all’interno dei bus fermandoli in luoghi appartati.
A cura di Antonio Palma
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Una richiesta di pena di 5 anni e 6 mesi di carcere per cinque imputati e altri  6, 4 e 2 anni e mezzo di carcere per altri tre a processo, sono queste le richieste di condanna avanzate dal pubblico ministero al termine dell’udienza che si è svolta questa mattina al Tribunale di Taranto relativa al processo a carico di otto autisti dell’AMAT, azienda di trasporto pubblico locale accusati di abusi sessuali su una ragazza disabile all'interno dei bus.

Le accuse sono di violenza sessuale aggravata, atti persecutori e abuso d’ufficio con l'aggravante di aver approfittato della condizione di disabilità mentale della vittima. I fatti contestati risalgono al periodo tra il 2018 e il 2020 quando la giovane, all’epoca dei fatti una minorenne che si affidava quotidianamente ai mezzi pubblici locali, sarebbe stata sottoposta a continui abusi fisici.

Secondo l'accusa, a bordo dei bus, gli autisti avrebbero abusato ripetutamente della giovane affetta da deficit psichico. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli autisti approfittando del rapporto di confidenza che la ragazza aveva instaurato con loro, parcheggiavano gli autobus in luoghi isolati, bloccavano le porte e poi abusavano di lei.

Per i pm gli autisti avrebbero approfittato della sua fragilità che era "ben nota a tutti", sottoponendola ad abusi nel bus in luoghi appartati, ad esempio sotto un cavalcavia o nei pressi di una delle portinerie dello stabilimento ex Ilva dove fermavano i mezzi di servizio.

Gli abusi sarebbero andati vanti a lungo e le indagini erano scattate solo quando la ragazza fu poi convinta nel 2020 a denunciare gli abusi dal suo fidanzato. A carico degli indagati, di età compresa tra i 40 e i 62 anni, anche alcune intercettazioni telefoniche e filmati del sistema di videosorveglianza.

La difesa degli autisti rigetta però ogni accusa e ne ha chiesto il proscioglimento, sottolineando le lacune presenti nella ricostruzione fatta dalla procura.

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