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Quindicenne neofascista incitava al terrorismo e progettava armi: arrestato nel trevigiano

Un quindicenne della provincia di Treviso è stato arrestato per apologia di terrorismo e istigazione all’odio online: diffondeva propaganda suprematista e progettava armi artigianali.
A cura di Davide Falcioni
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Istigazione a delinquere, apologia di terrorismo e attività di auto-addestramento con finalità terroristiche, tutte contestate con l’aggravante dell’uso della rete. Sono le pesanti accuse con le quali un quindicenne italiano, residente in provincia di Treviso, è stato arrestato nei giorni scorsi su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Venezia.

L’operazione è il risultato di un’indagine articolata condotta dalle Digos di Milano e Treviso, con il supporto della Direzione centrale della Polizia di prevenzione e dell’Agenzia di sicurezza interna, nell’ambito delle attività di contrasto alla radicalizzazione e all’estremismo violento. Gli investigatori hanno concentrato l’attenzione su alcuni spazi online riconducibili all’estrema destra suprematista, dove è emerso un profilo social particolarmente attivo.

Secondo gli elementi raccolti, l’account veicolava con continuità messaggi di incitamento alla violenza a sfondo xenofobo e antisemita, insieme a contenuti che esaltavano apertamente attentati terroristici e i loro autori. In più occasioni, l’utente avrebbe anche affermato di essere già impegnato nella costruzione di un’arma da fuoco.

Il monitoraggio ha consentito di risalire all’identità del giovane. La successiva perquisizione domiciliare ha portato al sequestro di numerosi componenti di uso comune, ritenuti pronti per essere assemblati e utilizzabili per la realizzazione di armi e ordigni artigianali. Gli agenti hanno inoltre rinvenuto fogli manoscritti con disegni dettagliati di armi, schemi di parti meccaniche e istruzioni per la produzione di munizioni rudimentali. Riscontri analoghi sono arrivati dall’analisi dei dispositivi informatici in uso al ragazzo.

Nel loro insieme, gli elementi acquisiti sono stati considerati dagli inquirenti coerenti e significativi, tali da delineare un percorso di radicalizzazione ideologica già in fase avanzata. Su questa base, il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari, disponendo il carcere.

Le indagini restano aperte e potrebbero riservare ulteriori sviluppi. L’attività investigativa prosegue sotto il coordinamento della Procura per i Minorenni di Venezia ed è affidata alle Digos di Milano e Treviso.

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