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Quanto guadagnano i cardinali al mese: ecco quanto costano i porporati al Vaticano

Dopo il taglio economico voluto da Papa Francesco per ripianare i conti del Vaticano, anche i profitti dei cardinali, che fino al 2021 percepivano uno stipendio fino ai 5500 euro al mese, sono diminuiti.
A cura di Dario Famà
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In questi giorni, i cardinali sono tornati sotto la luce della ribalta in vista del Conclave per eleggere il nuovo Papa. Non tutti sanno, però, quanto guadagnano i membri della curia romana e di quali privilegi possono godere.

Per poter affrontare l'argomento, bisogna precisare che esistono due tipi di cardinali: i curiali e i porporati. I primi partecipano direttamente al pontificato, svolgendo un ruolo consultivo e di sostegno al Papa, mentre i secondi gestiscono le diocesi e sono pagati da esse. Nonostante ciò, lo stipendio di entrambe le categorie è spesso simile e non oscilla più di tanto.

La ratio a cui si riconduce l'entità dei pagamenti in Vaticano si rifà ai principi di gerarchia e anzianità di ruolo: più è alta la posizione all'interno della piramide, più alto è lo stipendio. Secondo quanto riportato da RaiNews.it, fino al 2021 i guadagni dei cardinali ammontavano a 5500 euro al mese. Inoltre, essi godevano di uno sconto altissimo sulle case in Vaticano, che, a volte, erano assegnate addirittura a titolo gratuito.

Nel tempo, però, lo stipendio dei cardinali ha subito alcuni tagli dovuti all'ingente deficit finanziario della Santa Sede che, secondo il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, nel 2024 ammontava a 83 milioni di euro. Una cifra che Papa Francesco ha tentato di ripianare, arrotondando i guadagni della gerarchia ecclesiastica. A tal proposito, il taglio è stato del 10%, una percentuale considerevole, che si associa allo stop ai trattamenti di favore per le case dei membri ecclesiastici.

Pochi mesi prima del Giubileo, il Pontefice ha voluto ulteriormente ridurre gli stipendi dei cardinali, abolendo la Gratifica per la Segreteria. Si tratta di una parte di busta paga di 500 euro, assegnata ai porporati. Ancora una volta, la soluzione è stata dettata dall'esigenza di far quadrare i conti all'interno della Santa Sede, provando a limare il debito della banca vaticana. Si trattava di una vera e propria spending review, che si poneva come obiettivo quello di redistribuire maggiormente la ricchezza.

A pochi giorni dal Conclave, dunque, la Chiesa si ritrova con una classe dirigente che grava meno sulle case pontificie e che non può più usufruire di anacronistici privilegi: un'idea di cristianità che Bergoglio riconduceva alla vicinanza ai poveri e che ha incarnato fino alla fine dei suoi giorni.

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