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Covid 19

Quali sono le regioni che rischiano la zona arancione e rossa nelle prossime settimane

Crescono contagi e ospedalizzazioni in tutta Italia. Secondo l’ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe in 26 province l’incidenza supera i 250 casi per 100.000 abitanti.
A cura di Davide Falcioni
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La pandemia è tornata a correre anche in Italia. Con l'arrivo della stagione fredda e della variante Omicron i contagi sono tornati a crescere ma, con essi, aumentano anche le vaccinazioni contro il Covid e sono milioni le persone che ogni settimana si sottopongono alla terza dose. Eppure è ormai chiaro che anche il prossimo inverno, come quello precedente, non sarà possibile evitare chiusure e maggiori restrizioni alla libertà di movimento. Secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe di questa settimana, infatti, i nuovi casi sono in aumento in tutte le Regioni e a crescere sono anche i ricoveri, sia in area medica che in terapia intensiva, e le vittime quotidiane del virus. Nino Cartabellotta, presidente della fondazione, lancia l'allarme: "Da due mesi continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.456 il 15 ottobre a 17.795 il 14 dicembre".

Con la crescita delle infezioni l'Italia è tornata a colorarsi di giallo. Al momento le Regioni che si trovano in questa fascia sono già Calabria, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Bolzano, ma da lunedì 20 dicembre con ogni probabilità si aggiungeranno anche Liguria, Veneto, Marche e Provincia Autonoma di Bolzano, tutte regioni che – dati alla mano – stanno superando i tre parametri necessari per il cambio di colore: incidenza, occupazione dei reparti di area medica (15%) e occupazione delle terapie intensive (10%).

Qual è il tasso di occupazioni delle terapie intensive, regione per regione

Non è escluso che nelle prossime settimane alcune regioni possano finire in zona arancione: affinché ciò avvenga il tasso delle terapie intensive deve superare il 20% e contemporaneamente quello in area medica il 30%. In rosso invece finiranno le regioni con occupazione del 30% delle terapie intensive e del 40% dei posti di area medica. Ma partiamo dal dato nazionale: secondo Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) attualmente su base nazionale il tasso di occupazione dei reparti di rianimazione è del 10%, quello dei reparti di area non critica del 12% mentre l'incidenza calcolata dal 6 al 12 dicembre di 196 casi ogni 100mila abitanti. Questa, invece, è la situazione attuale regione per regione:

    • Abruzzo: 9% terapia intensiva; 9% area medica
    • Basilicata: 1% terapia intensiva; 8% area medica
    • Calabria: 11% terapia intensiva; 21% area medica
    • Campania: 5% terapia intensiva; 11% area medica
    • Emilia Romagna: 12% terapia intensiva; 11% area medica
    • Friuli Venezia Giulia: 18%terapia intensiva; 23% area medica
    • Lazio: 12% terapia intensiva; 13% area medica
    • Liguria: 14% terapia intensiva; 18% area medica
    • Lombardia: 10% terapia intensiva, 14% area medica
    • Marche: 14% terapia intensiva; 16% area medica
    • Molise: 10% terapia intensiva; 4% area medica
    • Provincia Autonoma di Bolzano: 18% terapia intensiva; 16% area medica
    • Provincia Autonoma di Trento: 21% terapia intensiva; 16% area medica
    • Piemonte: 8% terapia intensiva; 11% area medica
    • Puglia: 6% terapia intensiva; 5% area medica
    • Sardegna: 3% terapia intensiva; 7% area medica
    • Sicilia: 6% terapia intensiva; 13% area medica
    • Toscana: 9% terapia intensiva; 6% area medica
    • Umbria: 10% terapia intensiva; 7% area medica
    • Val D'Aosta: 6% terapia intensiva; 18% area medica
    • Veneto: 15% terapia intensiva; 16% area medica

Le 26 province con incidenza superiore a 250 casi per 100mila abitanti

Secondo l'ultimo monitoraggio della fondazione Gimbe in 26 province l’incidenza supera i 250 casi per 100.000 abitanti. Questo valore da solo non è sufficiente a determinare maggiori restrizioni, ma si tratta di un indicatore importante per comprendere il possibile futuro andamento delle ospedalizzazioni e di conseguenza del passaggio in fascia arancione o addirittura rossa: Trieste (601), Treviso (573), Bolzano (568), Padova (552), Vicenza (541), Imperia (450), Venezia (434), Rimini 411), Verbano-Cusio-Ossola (361), Pordenone (346), Gorizia (332), Forlì-Cesena (330), Ravenna (321), Verona (320), Rovigo (298), Aosta (290), Savona (288), Ferrara (287), Belluno (286), Reggio nell'Emilia (285), Bologna (268), Varese (267), Trento (265), Monza e della Brianza (260), Mantova (253) e Biella (252).

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