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Covid 19

Quali sono le regioni che potrebbero finire in arancione nelle prossime settimane

A causa della variante Omicron il tasso di occupazione degli ospedali potrebbe aumentare nelle prossime settimane e far finire alcune regioni italiane in zona arancione.
A cura di Davide Falcioni
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Terapia intensiva, Covid
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Friuli Venezia Giulia, Calabria e Provincia Autonoma di Bolzano sono le tre regini italiane attualmente in zona gialla a causa del peggioramento del quadro epidemiologico, in particolar modo dello stress sulle strutture sanitarie. A causa della decisa ripresa dei contagi degli ultimi giorni, e soprattutto dell'arrivo della variante Omicron, sono però anche altre le aree del paese che potrebbero cambiare colore prima di Natale: a rischiare in particolare sono il Veneto, come ammesso anche dal presidente Luca Zaia, la Liguria e la Provincia Autonoma di Trento, ma a preoccupare è anche la Lombardia – sebbene il governatore Attilio Fontana si sia dichiarato fiducioso che resterà in zona bianca. Ricordiamo che per passare in zona gialla occorre superare contemporaneamente tre parametri: incidenza, occupazione dei reparti di area medica (15%) e occupazione delle terapie intensive (10%). Il rischio che la situazione possa rapidamente peggiorare è tuttavia concreto e a dirlo è stata stamattina Maria Van Kerkhove, responsabile tecnica per la pandemia di Covid dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. "Penso che siamo di fronte a uno tsunami di contagi nel mondo, sia per Delta sia per Omicron. Lo ripeto ai governi: non aspettate ad agire. E non mi riferisco ai confinamenti. Prima di iniziare a vedere un aumento dei ricoveri, per favore, usate le mascherine, favorite il telelavoro, limitate i contatti con altre persone, evitate riunioni, investite nella ventilazione, aumentate la sorveglianza dei genomi dei virus e preparate i vostri ospedali".

Il tasso di occupazione degli ospedali, regione per regione

Vediamo, quindi, qual è attualmente la situazione negli ospedali italiani e in particolare se alcune regioni rischiano di finire in zona arancione: affinché ciò avvenga il tasso delle terapie intensive deve superare il 20% e contemporaneamente quello in area medica il 30%. Ma partiamo dal dato nazionale: secondo Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) attualmente su base nazionale il tasso di occupazione dei reparti di rianimazione è del 9%, quello dei reparti di area non critica del 12% mentre l'incidenza calcolata dal 6 al 12 dicembre di 196 casi ogni 100mila abitanti. Questa, invece, è la situazione regione per regione:

  • Abruzzo: 7% terapia intensiva; 9% area medica
  • Basilicata: 1% terapia intensiva; 5% area medica
  • Calabria: 12% terapia intensiva; 18% area medica
  • Campania: 6% terapia intensiva; 10% area medica
  • Emilia Romagna: 10% terapia intensiva; 11% area medica
  • Friuli Venezia Giulia: 16%terapia intensiva; 24% area medica
  • Lazio: 12% terapia intensiva; 13% area medica
  • Liguria: 12% terapia intensiva; 18% area medica
  • Lombardia: 9% terapia intensiva, 14% area medica
  • Marche: 14% terapia intensiva; 13% area medica
  • Molise: 8% terapia intensiva; 5% area medica
  • Provincia Autonoma di Bolzano: 21% terapia intensiva; 18% area medica
  • Provincia Autonoma di Trento: 20% terapia intensiva; 17% area medica
  • Piemonte: 8% terapia intensiva; 10% area medica
  • Puglia: 4% terapia intensiva; 5% area medica
  • Sardegna: 3% terapia intensiva; 6% area medica
  • Sicilia: 6% terapia intensiva; 11% area medica
  • Toscana: 9% terapia intensiva; 6% area medica
  • Umbria: 9% terapia intensiva; 7% area medica
  • Val D'Aosta: 6% terapia intensiva; 20% area medica
  • Veneto: 13% terapia intensiva; 14% area medica
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