Prof italiano detenuto in Albania, la compagna: “È molto provato, Meloni si attivi per riportarlo in Italia”

"Le istituzioni si mobilitino per riportarlo a casa": è l'appello lanciato da Vanessa Castelli, fidanzata e collega di Michele D'Angelo, il docente universitario abruzzese da quasi due mesi recluso in una cella albanese dopo un incidente stradale. L'uomo, professore di Biologia dell'Università dell'Aquila, si trova detenuto nel carcere di Fier, in Albania, dal 9 agosto scorso ed "è psicologicamente molto provato. È solo, lontano da casa, in un contesto che non conosce, con una lingua che non parla. La detenzione lo sta segnando profondamente, lo sta logorando giorno dopo giorno", ha detto Vanessa a Repubblica.
Il professore sta cercando rifugio nella lettura, ma "la solitudine è pesante. Cerca di mantenere la lucidità e la dignità, ma è evidente che questa esperienza lo sta mettendo a dura prova", aggiunge la compagna. Secondo quanto appreso dai familiari, D'Angelo sarebbe detenuto per una violazione del codice stradale che dovrebbe prevedere solo una sanzione amministrativa.
Per questo Vanessa Castelli rivolge un accorato appello alle istituzioni italiane: "Mi rivolgo nuovamente con fiducia alla Presidente del Consiglio alla quale ho già scritto una lettera e alle istituzioni italiane affinché si attivino con determinazione per garantire che Michele possa affrontare questa situazione con dignità, serenità e giustizia". Dopo aver ricordato i solidi rapporti tra Italia e Albania, la donna ha esortato le autorità competenti "a valutare la possibilità di trasferire il procedimento in Italia, dove Michele potrebbe affrontarlo con maggiore tutela, in un contesto che conosce, circondato dai suoi affetti, dai suoi colleghi, dai suoi studenti".
La vicenda ha origine la sera dell'8 agosto, quando D'Angelo e Castelli si stavano recando al matrimonio di un'amica. Secondo la ricostruzione fornita dalla compagna del professore "la strada era libera, Michele stava svoltando lentamente, con la freccia inserita, sulla linea tratteggiata che indicava l'ingresso al ristorante dove si celebrava il matrimonio. In quel momento, all'improvviso, è apparso un Mercedes Benz bianco a velocità elevatissima, che non sembrava rallentare. Michele ha frenato istintivamente, e questo ha fatto si che l'impatto sia risultato meno catastrofico".
Nello scontro ha perso la vita un ragazzo di 16 anni. Secondo quanto raccontato, la coppia avrebbe cercato invano soccorsi: nessuno si sarebbe fermato e neanche le forze dell'ordine sarebbero arrivate sul posto. Il mattino seguente, D'Angelo e Castelli si sono presentati spontaneamente al commissariato di Valona, dove il professore è stato arrestato. "Michele vive questo dolore con grande rispetto e silenzio. Pensa ogni giorno alla famiglia del ragazzo e prega affinché possano trovare un po' di pace".