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Processo Yara Gambirasio, Ris: “Traccia Ignoto 1 inequivocabile”

La testimonianza di due ufficiali del Ris di Parma che hanno eseguito le indagini sui reperti che hanno poi portato all’identificazione del Dna attribuito a Massimo Giuseppe Bossetti.
A cura di Susanna Picone
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Nuova udienza a Bergamo, dopo le polemiche per il video del furgone di Massimo Giuseppe Bossetti, per il processo per l’omicidio di Yara Gambirasio. Oggi in aula hanno testimoniato due ufficiali del Ris di Parma che hanno eseguito le indagini sui reperti che hanno poi portato all’identificazione del Dna attribuito all’indagato. “Dagli accertamenti del Ris, ripetuti più volte, è emersa l'evidenza della traccia di Ignoto 1 in modo inequivoco”: così Nicola Staiti, capitano dei Ris di Parma, ascoltato assieme all'altro ufficiale, Fabiano Gentile. I due hanno eseguito, “spalla a spalla”, le indagini sui reperti rinvenuti sul corpo e sui vestiti di Yara Gambirasio e che hanno portato all'identificazione del Dna di Ignoto 1, successivamente indicato come quello del muratore di Mapello. Gli ufficiali del Ris hanno ripercorso i passaggi tecnici e scientifici e i numerosi test e gli esami che hanno portato da una parte a escludere la presenza di tracce di liquido seminale sul corpo e sui vestiti della vittima, dall'altro a stabilire con pratica certezza l'univocità del Dna maschile ritrovato sui reperti forensi. I due esperti hanno spiegato che basandosi sui risultati ottenuti da 23 marcatori è stato dedotto che è praticamente impossibile che esista un individuo con lo stesso Dna di quello  di Ignoto 1. Secondo la RMP, Random Match Probability, il profilo che si ottiene dalle tracce è “rarissimo, unico” e riguarda “un soggetto ogni 3.700 miliardi di miliardi di miliardi di individui”.

Scontro parte civile-difesa – A proposito della presunta manipolazione del video del furgone di Bossetti in aula c’è stato uno scontro parte civile-difesa. “Tarocco lo si usa per le arance” – ha detto l'avvocato di parte civile della famiglia, Enrico Pelillo. Per uno degli avvocati di Bossetti, Claudio Salvagni, quel video, invece, è “un tarocco di Stato”. Nel corso dell’udienza di oggi il presidente della Corte d'assise ha invitato “il pubblico a evitare, prima ancora di aver capito, certe uscite che possono, in qualche misura, turbare la serenità del dibattimento e anche del testimone”. Il magistrato lo ha detto dopo che dal pubblico è giunto un commento ad alta voce dopo la risposta data da un ufficiale del Ris, su domanda della difesa, sui cosiddetti “dati grezzi”, ovvero i fogli di lavoro alla base degli accertamenti del Ris sul Dna. Precedentemente il pm Letizia Ruggeri, dopo il commento del pubblico, si era girata verso il fondo dell'aula dicendo che la prossima volta avrebbe chiamato i carabinieri per l'identificazione.

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