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Processo Mediatrade, assolti Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri

I due manager assolti dall’accusa di frode fiscale nella compravendita dei diritti tv Mediaset.
A cura di Antonio Palma
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Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri sono stati assolti dall'accusa di frode fiscale sui diritti tv nell’ambito del processo Mediatrade. Dopo una lunga camera di consiglio che andava avanti da cinque giorni, i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Milano chiamati a giudicare Pier Silvio Berlusconi, Fedele Confalonieri e altri 8 imputati infatti hanno finalmente emesso la loro sentenza. Il presidente del Collegio, Teresa Ferrari da Passano, prima di entrare in camera di Consiglio lo scorso 3 luglio, aveva dato disposizioni di informarsi ma non prima del 7 luglio ma poi l adecisione è slittata ad oggi. A quanto si apprende, per i due imputati sarebbe scattata in alcuni casi anche la prescrizione dei reati contestati. In particolare la prescrizione riguarda l'anno 2005 mentre l'assoluzione è per le annate 2006, 2007 e 2008 con la motivazione che "il fatto non costituisce reato". Reati prescritti o assolti anche gli altri otto imputati compreso il produttore cinematografico statunitense Frank Agrama. "È una sentenza molto importante e ovviamente siamo soddisfatti, perché è stata riconosciuta la totale estraneità di Pier Silvio Berlusconi rispetto alle accuse", ha commentato l'avvocato Niccolò Ghedini.

Le richieste dell'accusa nel processo Mediatrade

Il Pm milanese Fabio De Pasquale, che sosteneva l'accusa, aveva chiesto una condanna a tre anni e due mesi di reclusione per Pier Silvio Berlusconi e una condanna a tre anni e quattro mesi per Fedele Confalonieri.  Nel corso della requisitoria il magistrato aveva  sottolineato la volontà di Berlusconi jr e di Confalonieri di non essere invischiati nel meccanismo fraudolento della compravenda dei diritti tv, ma aveva contestato loro di essersi adeguati ai fatti e di non aver preso provvedimenti nonostante il loro ruolo formale ricoperto nella società mentre era in atto una frode enorme e protratta nel tempo. Per gli altri manager del gruppo, Giovanni Stabilini, Daniele Lorenzano, Gabriella Ballabio e Giorgio Dal Negro, erano state chieste  rispettivamente condanne a 4 anni, 3 anni e 2 mesi, 3 anni e 2 anni di carcere. Chiesti 3 anni per il banchiere Paolo Del Bue e 5 anni e 4 anni per Paddy Chan Mei-You e Catherine Hsu May-Chun, le due cittadine di Hong-Kong, anche loro imputate di riciclaggio.

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