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Processo Eternit Bis, l’ex ad Schmidheiny condannato a 12 anni e a risarcimento di 100 milioni di euro

L’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è stato condannato a 12 anni per omicidio colposo aggravato nell’ambito del processo Eternit Bis. Dovrà risarcire i parenti delle quasi 400 vittime con 100 milioni di euro.
A cura di Ida Artiaco
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È stato condannato a 12 anni per omicidio colposo aggravato l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny nell'ambito del processo Eternit Bis. È quanto ha deciso oggi la Corte d'Assise di Novara al termine di oltre 7 ore di camera di consiglio.

Schmidheiny era accusato della morte di 392 persone a Casale Monferrato, tra cittadini e lavoratori, per effetto dell’amianto. Dovrà risarcire i parenti delle vittime con 100 milioni di euro, di cui la metà per il comune di Casale Monferrrato e 30 milioni per la presidenza del Consiglio.

I pm Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare aveva chiesto per lui l’ergastolo con isolamento diurno, le difese l'assoluzione. In aula c'erano decine di parenti delle vittime.

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L'imprenditore aveva gestito lo stabilimento Eternit di Casale dal 1976 al 1986, anno in cui l'impianto venne chiuso. Nel 2012 era stato condannato dal tribunale di Torino a 16 anni di carcere insieme al barone belga Louis de Cartier, anche lui imputato per disastro ambientale e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche negli stabilimenti della multinazionale dell'amianto.

La condanna fu confermata in appello, nel giugno 2013, questa volta a 18 anni, per Schmidheiny mentre il barone era morto nel 2013. Poi nel 2014 la Cassazione aveva annullato senza rinvio la sentenza di condanna dichiarando prescritti i reati.

Poco dopo, nel 2021 dalla procura di Torino era partita un nuovo filone d'indagine, detto appunto Eternit bis, che fu separato per competenza territoriale in quattro tronconi. La prima parte del procedimento si è svolta a porte chiuse per via della pandemia di Covid-19. In questo processo quindi sono state giudicate le responsabilità relative ai morti di Casale Monferrato: quelli di Rubiera e Bagnoli, in Emilia e Campania, dal 2016 sono diventate pertinenza delle autorità giudiziarie locali.

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