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Covid 19

Positivo al Covid rinchiuso da 100 giorni nella stanza della casa di riposo: “Non ce la faccio più”

Il disperato appello di un pensionato piemontese risultato positivo al nuovo coronavirus e per questo rinchiuso da oltre cento giorni in una stanza della casa di riposo di cui è ospite a Novara: “Mi rendo conto che è difficile organizzare ma questo totale isolamento è stressante. Non ce la faccio più”.
A cura di Antonio Palma
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“Mi rendo conto che è difficile organizzare una situazione così complicata dalla malattia ma questo totale isolamento è stressante. Non ce la faccio più”, è il disperato appello di un pensionato piemontese risultato positivo al nuovo coronavirus e per questo rinchiuso da oltre cento giorni in una stanza della casa di riposo di cui è ospite a Novara. “Sono oltre cento giorni che non esco e non vedo nessuno, mangio sul letto e la mia unica compagnia è la televisione” ha racconto l’ex impiegato in pensione, risultato positivo al test per il coronavirus a metà aprile e ancora in isolamento nella stanza che tra l’atro non è neanche la sua.

“Divido la stanza con una persona che purtroppo sta male e deve essere cambiata anche di notte, non riesco a fare la doccia perché qui non è attrezzata come nella mia camera. C’è solo la tv che mi sono portato da sopra” ha rivelato l’uomo a La Stampa che ha riportato la sua storia. Il pensionato, che è perfettamente autosufficiente, già da fine febbraio non ha potuto più avere contatti con l’esterno per il blocco delle visite, poi la positività al virus ha ridotto ulteriormente la sua mobilità a una singola stanza, rendendo molto difficile la sua situazione psicologica.

“A febbraio l’istituto, giustamente, ha deciso di bloccare gli ingressi dei familiari e degli esterni per evitare il contagio: purtroppo ha chiuso quando i buoi erano già scappati perché il Covid era già qui. Sono morti 44 di noi e alcuni li conoscevo bene, è stato un grande dolore vedere sparire così tante persone” ha rivelato il pensionato, raccontando: “Quando son risultato positivo mi hanno fatto scendere al primo piano dove hanno riunito tutti noi positivi, malati e asintomatici insieme”. Una condizione che ha spinto l’uomo a chiedere di poter tornare almeno nella sua camera perché lì “sono solo ma ho le mie cose e resterei più isolato però sarei nel mio mondo”.

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