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Ponte Morandi demolito, esplosivista: “Dovevo buttarlo giù nel 2003, rinunciarono per i costi”

A rivelare la circostanza è stato Danilo Coppe, l’esplosivista titolare della Siag di Parma, l’azienda incaricata della demolizione del Ponte Morandi. “L’operazione non poteva andare meglio di così, è caduto esattamente come mi aspettavo Mi premeva che funzionassero i muri d’acqua per il contenimento delle polveri. Penso che questo sistema farà scuola” ha aggiunto Coppe. La replica di Spea: “Era per nuovo ponte per servire la Gronda.
A cura di Antonio Palma
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Il Ponte Morandi di Genova, demolito oggi dopo essere parzialmente crollato il 14 agosto scorso provocando la morte di 43 persone, doveva essere già abbattuto ben sedici anni fa ma poi tutto il progetto fu abbandonato a causa degli alti costi. A rivelarlo è stato Danilo Coppe, l'esplosivista titolare della Siag di Parma, l'azienda incaricata delle operazioni di abbattimento di piloni e stralli delle pile 10 e 11 dell'ex viadotto Polcevera. In conferenza stampa Coppe ha raccontato che Aspi diede alla sua ditta, esperta in questo campo, l'incarico di preparare un piano di demolizione del Ponte Morandi di Genova già nel 2003 ma poi tutto andò a monte perché l'operazione si era rivelata troppo costosa e complessa da portare a termine. Nessuno ne ha più riparlato fino alla terribile tragedia dell'anno scorso.

Oggi invece tutto è andato alla perfezione e quando alle 9.37 di venerdì gli ultimi pezzi del Ponte Morandi sono venuti giù nella nuvola di polvere sotto la potenza dei 500 chili di microcariche di esplosivo piazzati nei 900 fori praticati nel calcestruzzo dei piloni, tutti hanno esultato. "L'operazione non poteva andare meglio di così. Può sembrare una smargiassata ma è caduto esattamente come mi aspettavo" ha dichiarato con soddisfazione l'esperto esplosivista parmense. Non si è trattato però solo di far cadere giù il Ponte in maniera corretta senza creare altri danni agli edifici della zona ma anche di contenere la grandissima nube di polvere che si è generata in quegli istanti.

"Abbiamo fatto uno sforzo enorme per sincronizzare l'attivazione dell'acqua. Mi premeva che funzionassero i muri d'acqua. Ho visto le immagini è ha funzionato. Abbiamo effettuato un contenimento delle polveri come non si era mai visto in precedenza. Penso che questo sistema farà scuola" ha dichiarato ancora Danilo Coppe. L'unico momento di tensione quando si è dovuto posticipare l'operazione per ben due volte a causa di una persona che si pensava fosse rinchiuso in uno degli edifici fatti evacuare.  Tutto però alla fine si è risolto nel migliore di modi. "Spero di aver mitigato l'angoscia di familiari e vittime che da oggi non vedono più una cosa che dava tanta angoscia" ha concluso Danilo Coppe.

A stretto giro arriva la replica di Spea, controllata di Autostrade. “Il progetto di demolizione affidato a Siag nel 2003 era solo uno studio di fattibilità finalizzato a sostituire il Morandi con un nuovo ponte per servire la Gronda”, il raddoppio autostradale nel nodo di Genova. “Opzione scartata dal dibattito pubblico nel 2008. Non c’è alcun collegamento con la sicurezza del Morandi o problemi di costi”.

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