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Picco di infezioni respiratorie nei bimbi, l’esperto: “Tante bronchioliti, influenze e casi Covid”

Nelle ultime settimane sono aumentati i casi di infezioni respiratorie nei più piccoli che, nelle situazioni più gravi, possono richiedere il ricovero. A Fanpage.it il professor Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia a Latina e docente dell’Università ‘La Sapienza’, ha fatto una panoramica della situazione e ha spiegato come affrontare i diversi virus.
Intervista a Dott. Riccardo Lubrano
Primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Latina 'Santa Maria Goretti' e docente all’Università di Roma 'La Sapienza'.
A cura di Eleonora Panseri
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Complice anche il periodo delle feste, nelle ultime settimane sono aumentate le infezioni respiratorie nei bambini. "Siamo in un momento in cui si è sviluppata una particolare congiunzione: stiamo avendo un picco delle bronchioliti, cioè le infezioni da virus sincinziale, insieme a quello influenzale e delle infezioni da Covid. Ed è per questo che tanti adulti e bambini sono finiti a letto in questi giorni, con le complicazioni di normali infezioni respiratorie. Che, in alcuni casi, possono presentare anche sintomi gravi".

A parlare è il professor Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Latina ‘Santa Maria Goretti' e docente all’Università di Roma ‘La Sapienza', che a Fanpage.it ha fatto una panoramica della situazione attuale che coinvolge i più piccoli e ha spiegato come affrontare la presenza di questi tre virus.

Il professor Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Latina “Santa Maria Goretti” e docente all’Università di Roma “La Sapienza”.
Il professor Riccardo Lubrano, primario di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale di Latina “Santa Maria Goretti” e docente all’Università di Roma “La Sapienza”.

Professore, cosa sta succedendo in queste ultime settimane?

Siamo in un periodo in cui si è sviluppata una particolare congiunzione: abbiamo un picco delle bronchioliti, cioè delle infezioni causate da virus sincinziale, poi abbiamo quello influenzale e da infezione da Covid. I bambini sono colpiti principalmente dal primo virus, stiamo avendo tante bronchioliti, soprattutto nei bambini nei primi due anni di vita.

Un 2% di questi, quindi parliamo di una piccola quantità, ha anche delle complicazioni respiratorie piuttosto importanti che necessitano del ricovero in una struttura attrezzata. L'influenza invece sta causando febbroni e molti dolori muscolari dolori, oltre che stanchezza, tosse e bronchiti.

E poi abbiamo l'infezione da Covid con la sua forma influenzale che, fortunatamente, nei più piccoli rimane controllata, a differenza degli adulti, con sintomi meno gravi. Ora il problema è cercare di distinguere le tre diverse malattie e per farlo è importante parlare con il proprio medico pediatra.

Come si possono prevenire queste infezioni nei più piccoli?

È importante soprattutto la prevenzione che si ottiene con la vaccinazione e il parziale isolamento di chi sta male, anche in questo periodo di festa. La vaccinazione difende noi stessi e agisce anche con un effetto massa: più persone sono vaccinate, meno il virus riesce a circolare e si diffonde meno facilmente. I soggetti vaccinati difendono loro stessi ma anche chi non può assumere il vaccino per diversi motivi.

Ci sono delle grosse novità in questo campo. Fino a oggi per l'influenza eravamo abituati al solito vaccino inattivato somministrato con la puntura che si faceva ai bimbi dai sei mesi in su. Da a quest'anno invece anche in Italia è disponibile il vaccino ‘attenuato' in spray, disponibile a partire dai 2 anni d'età. È molto comodo e non c'è più il problema dell'uso delle siringhe, che alcuni bambini sopportano poco, con le normali resistenze.

Invece, se per il virus sinciziale ora somministriamo un anticorpo monoclonale ai neonati a rischio, i prematuri, i bimbi con broncodisplasie o i cardiopatici, una volta al mese per cinque mesi, dal prossimo anno con l'approvazione della Commissione europea potremo somministrarne un altro, nuovo, solo una volta l'anno, semplificando la vaccinazione.

E come bisogna affrontarle quando i bimbi ne sono affetti?

In questi casi di solito non si danno farmaci ma sono importanti alcune azioni che si fanno a casa, come mantenere il naso pulito con i lavaggi ed evitare temperature troppo calde perché seccano le secrezioni. Se poi la cosa si fa più seria ci si può rivolgere al medico di base e anche andare al pronto soccorso, ma solo nei casi più gravi, per non intasare le strutture.

Parlando del Covid, invece, è vero che si sta diffondendo perché siamo in un momento di picco e che sono aumentati di nuovo i ricoveri. Ma la popolazione comincia a tollerare meglio le ondate di questo virus. La vaccinazione e l'isolamento della persona infetta restano comunque strategie importanti. Se pensiamo al lockdown, è vero che è stato drastico ma in quel periodo, solo nella nostra azienda, abbiamo stimato una riduzione del consumo di antibiotici domiciliari in area pediatrica dell'80%.

E la stessa cosa vale per l'influenza perché quando si riducono i contatti, si riduce la distribuzione del virus. L'influenza, ed è brutto dirlo, è un meccanismo con cui la natura colpisce i più deboli. In un bimbo sano è una cosa antipatica ma facilmente superabile, nei bimbi fragili, come quelli affetti da cardiopatia, per esempio, può avere un'altra evoluzione.

Quali sono le eventuali terapie farmacologiche?

In alcuni casi si può somministrare un antipiretico, anche se io sono molto scettico sull'uso inappropriato di questi farmaci. Spesso si crede che se il bimbo ha 36 di temperature, sta bene. In realtà, la febbre è un meccanismo di difesa dalle infezioni selezionato dalla natura in più di 10mila anni di evoluzione. Quindi, levare alla nostra difesa questo meccanismo, non fa molto bene. Per eventuali terapie farmacologiche quindi è sempre meglio chiedere consiglio al pediatra.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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