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Picchiato in strada e ucciso per aver urtato un giovane: due arresti per la morte del 19enne a Bologna

I Carabinieri di Bologna hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini: un 29enne nato a Bologna e un 30enne originario della Tunisia.
A cura di Davide Falcioni
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Eddine Bader Essefi, 19 anni
Eddine Bader Essefi, 19 anni

Svolta nelle indagini sulla tragica morte di Eddine Bader Essefi, il cuoco 19enne di origine tunisina ucciso la sera del 25 aprile nel quartiere Barca di Bologna. I Carabinieri del nucleo investigativo del capoluogo emiliano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini: un 29enne nato a Bologna e un 30enne originario della Tunisia. Entrambi erano stati identificati nelle ore successive all’aggressione.

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura felsinea, con il pubblico ministero Andrea De Feis alla guida delle indagini. I due arrestati sono ora detenuti e a disposizione dell’autorità giudiziaria. "I gra­vi in­di­zi di col­pe­vo­lez­za – si legge in una nota – han­no con­sen­ti­to di ri­co­strui­re pro­prio le fasi del­l’e­ven­to trau­ma­ti­co, a se­gui­to del qua­le il gio­va­ne sa­reb­be mor­to. Rin­trac­cia­ti dai Ca­ra­bi­nie­ri, i due pre­sun­ti re­spon­sa­bi­li sono sta­ti ar­re­sta­ti e tra­dot­ti in un isti­tu­to pe­ni­ten­zia­rio, a di­spo­si­zio­ne del­l’Au­to­ri­tà giu­di­zia­ria". Sono accusati di omicidio preterintenzionale.

L’aggressione, avvenuta in piazza Giovanni XXIII, nei pressi della chiesa di Sant’Andrea, si è consumata nella serata del 25 aprile. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Essefi sarebbe stato colpito con estrema violenza dopo aver accidentalmente urtato uno dei due indagati. Dopo l’allarme lanciato al 118, il giovane era stato trasportato in condizioni disperate al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore, dove è morto poco dopo, alle 23.35.

In quella circostanza, uno dei due arrestati avrebbe riferito ai soccorritori, "in modo del tutto falso" secondo quanto spiega il Gip nell'ordinanza, di essere intervenuto in aiuto del ragazzo perché questi era in preda ai fumi dell'alcol. Gli investigatori sono invece convinti che fosse "certamente consapevole" che le gravi condizioni del 19enne erano state causate dalle percosse inferte da lui e dal cognato. Queste dichiarazioni, rese dall'uomo ai soccorritori, spiegherebbero anche l'iniziale attribuzione della morte di Eddine a una caduta dovuta a un abuso di alcol, versione poi smentita dalle testimonianze della fidanzata del 19enne e di altri giovani, oltre che dai primi esiti dell'autopsia. Sempre secondo quanto ricostruito nell'ordinanza che ha portato ai due arresti, il 31enne avrebbe anche minacciato la fidanzata minorenne della vittima affinché non raccontasse nulla di quello che aveva visto, "perché ho moglie e figli" avrebbe detto.

Già nella notte tra il 25 e il 26 aprile, la Procura aveva aperto un fascicolo per morte sospetta. Le indagini si sono concentrate immediatamente sulla zona dell’aggressione. Gli elementi raccolti dai militari dell’Arma hanno permesso di ricostruire la dinamica del delitto e individuare i presunti responsabili.

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