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Pesaro, sceneggiatore e produttrice cinematografica raggirati da un sedicente consulente finanziario

Uno sceneggiatore e una produttrice televisiva della provincia di Pesaro sono stati raggirati da un 40enne romano, sedicente consulente finanziario che avrebbe dovuto aiutarli a risanare problemi economici, invece li avrebbe indotti dal 2017 a compiere operazioni che ne avrebbero progressivamente assottigliato le proprietà.
A cura di Davide Falcioni
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Marito e moglie – lui sceneggiatore e scrittore, lei produttrice televisiva, entrambi del Pesarese – sarebbero stati raggirati da un 40enne romano, sedicente consulente per questioni economico-finanziarie, che avrebbe dovuto aiutarli a risanare problemi di liquidità legati alla gestione di un patrimonio importante, invece li avrebbe indotti dal 2017 a compiere operazioni che ne avrebbero progressivamente assottigliato le proprietà comprendenti anche immobili, in qualche caso impossessandosene lui stesso anche tramite terzi: nel patrimonio c'erano anche un appartamento, quote di società con complessi alberghieri e immobiliari in provincia di Pesaro e opere d'arte.

A coordinare le indagini sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Pesaro, guidati dal pubblico ministero Maria Bice Barborini della Procura di Roma: la vicenda infatti si colloca nella Capitale dove per una vita i due coniugi hanno lavorato e dove sono stati sottoscritti vari contratti per le operazioni incriminate; le parti offese però risiedono ora nel Pesarese. Dopo gli accertamenti su contratti, transazioni finanziarie e conti correnti, gli inquirenti ipotizzano i reati di truffa e appropriazione indebita a carico del 40enne insieme alla moglie, alla sorella e a un terzo uomo: l'accusa è aver compiuto azioni in danno dei due coniugi. Circostanze per cui è stato eseguito anche un decreto, emesso dal Tribunale di Roma su richiesta del pm Barborini, con il quale sono state poste sotto sequestro le quote della società immobiliare, oramai in gestione alla moglie del 40enne, un'auto di lusso comprata con fondi prelevati dai conti dei coniugi, conti correnti e una cassetta di sicurezza bancaria. Tutto ciò al fine di rimettere i beni nella disponibilità dei coniugi raggirati.

Stando a quanto accertato il 40enne, ostentando competenze nel trattare questioni economico-finanziarie, aveva proposto ai coniugi un piano di risanamento della loro situazione economica, compromessa da un deficit di liquidità, suggerendo azioni volte a rientrare dai debiti accumulati con le banche, garantendo una migliore gestione del capitale accumulato. Le due parti offese si erano affidate totalmente a lui per gestire proprietà e conti, dando seguito senza indugio a ogni soluzione prospettata. Ben presto, dopo aver acquistato fiducia e affetto di marito e moglie, il consulente li avrebbe indotti invece a compiere complesse operazioni immobiliari, tra cui la vendita di un prestigioso appartamento romano (al di sotto del valore di mercato) per coprire, in parte, il debito accumulato con una banca, incamerando egli stesso la quota residua e il provento della vendita degli arredi di pregio. Nell'abitazione i coniugi custodivano opere anche di valore, come statue, quadri, bassorilievi marmorei che non sono state più rinvenute: il 40enne ha raccontato di averle vendute per una cifra irrisoria, in quanto risultate dei falsi, a seguito di perizia, senza però portare alcuna prova di ciò.

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