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Perugia, il camorrista è lo studente più bravo di tutti: 110 e lode in carcere

Luigi Della Volpe, ex alleato con il clan dei casalesi, ha passato tutti gli esami con 30 e lode e ha discusso una tesi su Gramsci in ‘scienze politiche’. Nessuno della sua facoltà è riuscito ad ottenere un voto alto (110 e lode) come il suo. E l’ha fatta in regime di massima sicurezza, senza poter usare internet o telefono”.
A cura di Biagio Chiariello
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“La via dell’illegalità per ottenere quel che si desidera è l’errore più grande”. Così scriveva Luigi Della Volpe, 53 anni, ex affiliato della Nuova Camorra Organizzata, l’associazione criminale guidata dal superboss Raffaele Cutolo negli anni Ottanta. Era la sua lettera di resipiscenza, quella in cui ammetteva la vita da criminale “non paga ma si paga”. Luigi l’ha capito a sue spese in carcere, dove è diventato uno studente modello e si è laureato con il massimo dei voti: 110 e lode con una tesi su Antonio Gramsci in ‘Scienze politiche e delle comunicazioni’ sostenuta all’università di Perugia.

Luigi da 23 anni sta scontando la sua pena nel carcere di Spoleto, sezione di massima sicurezza: associazione a delinquere di stampo camorristico ed estorsione. “Mai capitato di vedere uno studente così determinato” dice di lui il professor Dario Biocca, ‘Associato’ di Storia contemporanea e storia del giornalismo, suo relatore. La seduta di laurea non si è potuta tenere nell’aula magna della facoltà di Perugia. E così è stata la commissione ad andare dal candidato, direttamente in carcere visto che detenuto viene negato il permesso di uscire. Ma il magistrato di sorveglianza autorizza l’ingresso dei parenti: la figlia e i nipotini. E come riporta il quotidiano La Nazione, ciò che emerge dall’analisi delle segreterie accademiche è un dato sorprendente: Della Volpe è il migliore studente dell’interno Ateneo.

E il suo prof lo elogia come merita: “Tenete conto – rimarca Biocca – che lì è impedito qualsiasi accesso a internet, le telefonate sono proibite e Luigi non ha mai visto in vita sua un telefono cellulare. Di permessi di uscire all’esterno, neanche a parlarne. Dunque non poteva usufruire dei più semplici servizi universitari benché pagasse in pieno le tasse all’ateneo. Ci siamo impegnati noi a fargli avere i testi in pdf ma se lo studente aveva qualche dubbio, non poteva interpellare il docente come farebbe qualunque universitario”. Difficoltà che però non impediscono a Della Volpe, originario di Aversa, in provincia di Caserta, di inanellare un 30 dopo l’altro. Ora, dopo la triennale, vuole puntare ad una laurea magistrale.  “Mi ha chiesto lui stesso di fargli da relatore per la tesi – prosegue Biocca – e insieme abbiamo scelto come argomento Gramsci e le sue lettere dal carcere. Sono andato di persona all’Archivio di Stato a Roma e ho recuperato dei documenti originali che gli ho portato dietro le sbarre”.

Una domanda legittima. Quali prospettive esistono per un ex camorrista diventato dottore? “Difficile capirlo – ammette il relatore – anche perché Della Volpe uscirà dal carcere quando non sarà più giovane. Dipenderà molto da chi gli sta intorno, da chi gli concederà fiducia. Lui intanto ha detto di voler proseguire gli studi. E questo è un’ulteriore dimostrazione della sua voglia di riemergere”.

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