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Perché potremmo rimanere senza bibite gasate

Tra mancanza di materie prime e costo di energia, per molte aziende alimentari e di bibite la produzione non è più sostenibile se non alzando il prezzo finale del prodotto o tagliando la produzione.
A cura di Antonio Palma
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L'allarme era stato lanciato già ad inizio estate da aziende del settore ed esperti in materia ma poco o nulla sembra sia stato fatto in questo lasso di tempo e la crisi dell'anidride carbonica e le sue conseguenze sull'industria alimentare si sta facendo sempre più grave e potrebbe presto farsi sentire direttamente sul consumatore finale, a cominciare dalla mancanza delle bibite gasate, compresa l'acqua frizzante.

Tutto è iniziato con la pandemia covid e i problemi legati alla catena di approvvigionamento di Co2, poi un inaspettato problema di contaminazione da anidride carbonica in uno dei grandi produttori statunitensi, nel Mississippi, ha portato a una carenza di materia prima senza precedenti. Ora, come se tutto questo non bastasse, i costi sempre più alti dell'energia elettrica hanno spinto le principali aziende chimiche a ridimensionare le loro attività di fronte all'aumento dei costi o comunque ad alzare i prezzi.

Per molte aziende alimentari e di bibite dunque il costo non è più sostenibile se non alzando il prezzo finale del prodotto e molte hanno scelto di tagliare la produzione solo su segmenti alti del mercato.

In questi mesi inoltre le aziende del settore hanno fatto a gara ad accaparrarsi le riserve rimaste con un inevitabile ulteriore impennata dei prezzi che si è già riversata sul consumatore finale con aumenti che vanno dall’11% per l’acqua minerale al +7% delle bibite gassate.

Di fronte a una crisi mondiale dell'energia elettrica, dunque, acqua minerale e bibite gassate potrebbero subire nuove impennate di prezzi o addirittura sparire dagli scaffali di negozi e supermercati.

Secondo Assobibe i rincari dei costi dell’energia per la aziende del settore ha fatto segnare un +550% e si sommano a quelli delle materie prime per il packaging e ai suddetti problemi di reperimento di alcune materie prime, in particolar modo di anidride carbonica.

"Un numero sempre maggiore di gruppi del beverage, compresi quelli grandi e medi, ha segnalato le proprie preoccupazioni per l'attuale situazione del mercato della CO2", ha affermato Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe, associazione del settore, aggiungendo: "È difficile dire se alcune bevande scompariranno temporaneamente dagli scaffali dei supermercati. Ma a un certo punto le aziende potrebbero essere costrette a fare le loro scelte".

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