Perché nonostante i sintomi il tampone Covid risulta negativo: la spiegazione dei medici

"Perché nonostante i sintomi risulto negativo al tampone Covid?". È questa una delle domande che sempre più italiani si stanno facendo negli ultimi giorni, quando il tasso di positività è schizzato oltre il 25% e la curva dei contagi continua a crescere. Molti, infatti, anche se hanno febbre e tosse, risultano positivi solo dopo parecchio tempo dalla comparsa dei sintomi e spesso addirittura quando questi sono ormai spariti.
A rispondere al quesito ci hanno pensato i medici della FNOMCeO: nella rubrica web "Dottore, ma è vero che?" la Federazione ha avanzato almeno tre ipotesi.
La prima "è legata al comportamento del nostro sistema immunitario: si pensa che i sintomi precedano il risultato positivo ai test perché oggi il sistema immunitario si attiva molto più velocemente contro il virus. All'inizio della pandemia, infatti, i contagi avvenivano tra persone che non avevano mai preso prima Sars-CoV-2 e che non erano vaccinate, e quindi il virus poteva agire indisturbato per diversi giorni prima che l'infezione fosse tale da essere rilevata dal sistema immunitario. Oggi, invece, con la maggior parte della popolazione vaccinata o già esposta al virus, la reazione immunitaria è più rapida e può portare a casi in cui si hanno sintomi, ma non si risulta positivi, perché la carica virale non è ancora sufficiente rispetto alla sensibilità del test", si legge nell'articolo.
La seconda ipotesi invece riguarda le varianti ed il modo in cui il virus circola nell'organismo: recenti studi hanno infatti scoperto che le nuove varianti, parliamo dunque di Omicron, che è al momento predominante in Italia con la sottovariante Omicron5, procurano un accumulo minore di particelle virali nelle cellule del naso rispetto a quanto accadesse in precedenza e quindi questo rende difficile l'efficacia del tampone.
Infine, c'entrerebbe anche l'aumento del numero dei tamponi fai da te: è possibile che con il test casalingo non si raccolga accuratamente il giusto materiale biologico che serve per un risultato quanto più corretto possibile, determinando un numero più alto di falsi negativi.
Ma, concludono gli esperti, non bisogna preoccuparsi: "Per ora non è necessario, ma può essere utile prendere qualche precauzione in più". Ad esempio, Emily Martin, epidemiologa esperta in malattie infettive dell’Università del Michigan, ricorda che "la gente dimentica che non appena si diventa sintomatici, bisognerebbe comportarsi in modo diverso. Un test negativo in presenza di sintomi non dovrebbe essere un lasciapassare per uscire. E questo vale in presenza di tutti i tipi di virus, non solo di Sars-CoV-2″.