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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Perché le indagini su Sempio e il delitto di Garlasco potrebbero passare a Brescia e cosa succederebbe

L’avvocato dell’ex pm Mario Venditti ha sottolineato che l’indagine relativa ad Andrea Sempio, accusato di omicidio in concorso per il delitto di Garlasco del 2007, dovrebbe passare alla Procura di Brescia, che oggi indaga sull’ipotesi di corruzione in atti giudiziari per il magistrato che nel 2017 archiviò la posizione dell’amico di infanzia di Marco Poggi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Secondo l'avvocato Domenico Aiello, l'inchiesta sul delitto di Garlasco, in particolare quella incentrata su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima Chiara Poggi, dovrebbe passare alla Procura di Brescia. L'indagine a carico dell'ex procuratore Mario Veditti, difeso proprio da Aiello per l'accusa di corruzione in atti giudiziari in merito alla prima archiviazione a carico di Sempio, oggi indagato per omicidio in concorso nel delitto di Garlasco, è già nelle mani della procura bresciana. Secondo il legale Aiello, l'intero procedimento su Garlasco dovrebbe essere affidato alla procura competente per i magistrati.

L'attività di indagine compiuta nel nuovo procedimento pavese contro Sempio ha portato all'approfondimento di una notizia di reato da parte di un magistrato. In merito al filone di corruzione in atti giudiziari, dunque, gli atti sono stati trasmessi alla Procura di Brescia. Le verifiche su una presunta corruzione avrebbero effetti su tutte le indagini connesse, anche su quelle legate all'omicidio.

I due filoni della più grande inchiesta sul delitto Poggi, secondo il legale, dovrebbero essere riuniti perché strettamente collegati tra loro. L'attività di trasmissione degli atti in merito all'ipotesi di corruzione avrebbe dunque un effetto trascinamento su tutti i filoni connessi.

"L'inchiesta su Sempio è il contenitore nell'ambito del quale è stata rinvenuta la prova di un'ipotesi di corruzione – ha spiegato anche il legale -. È evidente quindi che non si può selezionare una parte sola dell'indagine da trasmettere a Brescia. È tutto connesso: la nuova inchiesta su Sempio è collegata all'attività che Pavia ha trasmesso a Brescia".

Il legale di Venditti ha fatto sapere che l'ex procuratore di Pavia sarà in Aula martedì 14 ottobre per l'udienza davanti al tribunale del Riesame di Brescia, dove si discuterà la sua istanza di revoca del provvedimento di sequestro dei telefoni e dei devices elettronici eseguito il 26 settembre scorso dopo la perquisizione. "Il mio assistito ha visto un'aggressione ingiustificata al proprio patrimonio professionale – ha sottolineato l'avvocato in merito alla svolta nelle indagini sul delitto del 2007 -. Si è visto attaccato nel proprio patrimoni di valori e di certezze costruito con il lavoro di anni, oltre che nella sua dignità".

Secondo Aiello, l'equazione tra una possibile corruzione per Venditti, accusato di aver ricevuto soldi dalla famiglia Sempio per archiviare la posizione del figlio, e l'ipotesi di un innocente in carcere, con conseguenze esistenza di un colpevole a piede libero, sarebbe "una blasfemia", quasi fantascienza.

Secondo l'avvocato, Venditti è stato iscritto nel registro degli indagati "senza prove certe" e il sequestro dei devices è avvenuto "senza i criteri di estrazione dei dati e senza parole chiave". L'ex pm, come ormai è noto, è accusato di aver ricevuto denaro (20.000 o 30.000 euro) dalla famiglia Sempio nel 2017 per favorire l'archiviazione dell'indagine a carico dell'amico di infanzia di Marco Poggi.

L'indagine a suo carico si intreccia con quella legata al cosiddetto "sistema Pavia", una rete di "favori tra magistrati, forze dell'ordine e imprenditori". Secondo la pm Claudia Moregola e il procuratore capo Francesco Prete, il magistrato sarebbe stato corrotto per scagionare Sempio, già una volta indagato in quanto indicato in un esposto dei legali di Alberto Stasi come possibile autore alternativo del delitto.

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