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Covid 19

Perché il vaccino di Astrazeneca è in ritardo

Dopo Pfizer, anche AstraZeneca ha annunciato ritardi per la consegna delle dosi di vaccino messo a punto insieme all’Università di Oxford e all’Irbm di Pomezia. La causa della riduzione in tutta l’Ue del 60% delle dosi concordate sarebbe da ricercarsi in un problema che si è verificato sulle linee produttive e che ha ridotto i volumi iniziali di produzione rispetto alle previsioni su cui sono state costruite le tabelle di marcia delle campagne vaccinali.
A cura di Ida Artiaco
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Dopo Pfizer, anche AstraZeneca ha annunciato che la consegna del suo vaccino, realizzato insieme all'Università di Oxford e all'italiana Irbm di Pomezia, subirà dei ritardi. Prima ancora di ricevere l'ok da parte dell'Ema, la quale dovrebbe pronunciarsi entro la fine della settimana, la notizia ha già fatto cambiare la tabella di marcia della campagna di vaccinazione in Italia, con gli over 80 che riceveranno le prime dosi quattro settimane dopo il calendario inizialmente stilato. La causa? A spiegarla è stato un portavoce dell'azienda farmaceutica anglo-svedese: si tratterebbe di un problema che si è verificato sulle linee produttive e che ha ridotto i volumi iniziali di produzione rispetto alle previsioni su cui sono state costruite le tabelle di consegna.

Quante dosi in meno arriveranno del vaccino AstraZeneca in Italia

Ciò vuol dire, tradotto in termini numerici, che l’azienda ha comunicato all’Unione europea che avrebbe ridotto le consegne del suo vaccino del 60% a 31 milioni di dosi nel primo trimestre dell’anno. In base al piano iniziale, nei primi tre mesi dell'anno sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi, ma entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto. Per la prima tranche nel nostro Paese non arriveranno più gli 8 milioni di dosi inizialmente pattuite, ma 3,4 milioni. Il problema ha provocato l'ira non solo del Governo italiano, con il presidente del Consiglio Conte che ha definito inaccettabili i tagli delle azienda farmaceutiche, ma anche di Bruxelles, che alla fine dell'estate aveva firmato propri con AstraZeneca il primo di sei accordi con altrettante case farmaceutiche per il vaccino anti Covid, acquistandone ben 400 milioni di dosi. "Gli Stati membri hanno espresso profonda insoddisfazione al riguardo. Abbiamo insistito su un preciso programma di consegna in base al quale gli Stati dovrebbero pianificare i loro programmi di vaccinazione, previa concessione di un'autorizzazione all'immissione in commercio", aveva scritto su Twitter qualche giorno fa Stella Kyriakidou, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare.

Come cambia il piano vaccinale: la nuova tabella di marcia

Il ritardo della consegna delle dosi di vaccino di Pfizer e AstraZeneca avrà ripercussioni sulla tabella di marcia della campagna di vaccinazione di molti paesi europei, dunque, Italia inclusa. "Questi ritardi faranno slittare di circa quattro settimane i tempi previsti per la vaccinazione degli over 80 e di circa 6-8 settimane per il resto della popolazione", ha spiegato il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. Al momento, con le dosi disponibili, verranno effettuati i richiami. Poi solo fra due settimane, quando verosimilmente ci sarà stata l’approvazione del vaccino di AstraZeneca e Pfizer tornerà a fornire a pieno regime le dosi previste, "avremo a disposizione tre vaccini, insieme anche a Moderna, che ci consentiranno di completare la vaccinazione per medici e infermieri e cominciare con gli over 80". Slitta sicuramente il vaccino per le altre categorie, per un totale di 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, a cui si aggiungono i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali, quindi insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.

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