Per trasformare la vigna in vino in Italia servono 70 pratiche burocratiche

Per passare dal vigneto alla bottiglia di vino da degustare a casa in Italia servono almeno settanta pratiche burocratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti che richiedono almeno 100 giornate di lavoro per ogni impresa vinicola. È la denuncia della Coldiretti che nel corso della manifestazione Vinitaly ha presentato una proposta di semplificazione burocratica per tagliare le oltre 4mile pagine di normative che regolamentano il settore del vino nel nostro Paese. Un'iniziativa che secondo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo serve a dimezzare tempi e costi per le imprese, due fattori fondamentali in un momento di crisi economica generale. Secondo la Coldiretti "è importante procedere verso un registro unico dei controlli come annunciato dal Ministro delle Politiche Agricole, ma è necessario anche modificare l'approccio al sistema dei controlli mettendo al centro e valorizzando l'autocontrollo aziendale che già oggi viene effettuato dalle aziende".
La proposta di Coldiretti è basata principalmente sulla creazione di uno sportello unico degli adempimenti attraverso il fascicolo aziendale. Secondo l'associazione dei coltivatori diretti, il fascicolo aziendale deve diventare lo "strumento unico dell'impresa vitivinicola che raccoglie tutte le informazioni previste dalle norme (comunicazioni, dichiarazioni, altre) e i dati aggiornati e certificati". In pratica si tratta dell'interfaccia unica tra il produttore di vino, la Pubblica Amministrazione e gli altri soggetti coinvolti. Nella proposta di semplificazione burocratica di Coldiretti prevista anche la valorizzazione dell'autocontrollo dell'impresa con controlli a campione basati sull'analisi dei rischi, un coordinamento del sistema sanzionatorio e distinzione netta tra le irregolarità formali e sanabili e i casi reali di frodi e sofisticazioni con inasprimento delle sanzioni.