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Covid 19

Per Locatelli (Cts) sono maturi i tempi per l’introduzione dell’obbligo vaccinale

Secondo Franco Locatelli, membro del Cts, le “condizioni sono mature per l’obbligo vaccinale per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse, seppur questa resta una scelta che spetta alla politica”.
A cura di Ida Artiaco
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Mentre entra nel vivo la discussione tra le forze politiche rispetto all'estensione del Super Green pass per l'accesso a tutti i luoghi di lavoro, a prendere una posizione sull'obbligo vaccinale è Franco Locatelli. Il presidente del Consiglio superiore della Sanità, che fa anche parte del Comitato tecnico scientifico, in una intervista al quotidiano La Repubblica, ha ribadito che "l'obbligo vaccinale è una scelta che spetta alla politica perché non ha valenze solo sanitarie, ma anche etiche e sociali. Sono sempre stato un fautore del vaccino facoltativo. Ora però da tecnico della sanità dico che le condizioni sono mature per l'obbligo per rispondere alle esigenze di salute dei pazienti con Covid o con malattie diverse".

Secondo Locatelli, bisogna adottare "tutte le misure per la prevenzione dei contagi anche per mantenere gli ospedali funzionali. Non c'è solo il Covid. Le altre malattie continuano ad aver bisogno di risposte adeguate. È importante quindi che tutti usino i dispositivi di protezione. Le Ffp2 sono più efficaci delle chirurgiche. Devono avere un prezzo calmierato e omogeneo sul territorio". Per l'esperto bisogna mettere un freno il prima possibile al dilagare della variante Omicron, che ha portato ad un aumento significativo dei contagi, che si è tradotto a sua volta in una incidenza più che raddoppiata nel giro di una settimana a livello nazionale.

"Non sposerei assolutamente l'idea di lasciar correre il virus – ha precisato Locatelli prendendo così le distanze rispetto a quanto deciso altrove, Regno Unito in testa -. Anche se i dati dei ricercatori inglesi mostrano che con Omicron i ricoveri sono ridotti a un terzo, un aumento marcato dei contagi avrebbe un impatto pesante sul sistema sanitario e porterebbe a una crescita di ricoveri e vittime". In Italia "1,3 milioni di persone sopra i 60 anni non sono vaccinate. È un gruppo di connazionali che oggi rischia molto".

Sempre su Omicron, ha spiegato che "per quanto riguarda la mortalità è ancora presto, non abbiamo dati sufficienti, ma ci aspettiamo una riduzione simile. Alcuni studi dimostrano che la capacità di replicazione è maggiore nell'albero respiratorio superiore (da qui la contagiosità), ma minore nei polmoni, dove si producono i danni più gravi. La terza buona notizia è che l'immunità mediata dai linfociti T – importante per proteggere chi è infettato dalla malattia grave – si conserva bene per parecchi mesi".

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