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Per i 25 anni di Federico Aldrovandi una legge contro la tortura

Nel giorno in cui Aldrovandi avrebbe compiuto 25 anni sua mamma Patrizia lancia una petizione per onorare la sua memoria e chiedere una legge che metta fine all’impunità di Stato. Perché, ricorda Patrizia, chi ha ucciso suo figlio non andrà nemmeno in carcere.
A cura di Susanna Picone
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Nel giorno in cui Aldrovandi avrebbe compiuto 25 anni sua mamma Patrizia lancia una petizione per onorare la sua memoria e chiedere una legge che metta fine all’impunità di Stato. Perché, ricorda Patrizia, chi ha ucciso suo figlio non andrà nemmeno in carcere.

Patrizia Moretti non potrà festeggiare alcun compleanno oggi con suo figlio, morto nella notte del 25 settembre 2005 a Ferrara per mano della violenza di quattro agenti della polizia poi condannati dalla Cassazione ma che, nonostante la sentenza, lo scrive lei stessa, “non andranno in carcere e sono ancora in servizio”. Perché se è vero che Patrizia non riuscirà ad avere indietro suo figlio ciò non significa che lei abbia smesso di credere in una giustizia e perciò, nel giorno del 25esimo compleanno di Federico, ha voluto ricordarlo lanciando un appello e chiedendo così l’aiuto di tutti. E per la mamma di Federico, che scrive e raccoglie adesioni su Avaaz, c’è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire lei: “Adottare una legge contro la tortura”.

Firmare la petizione per Aldrovandi e per una legge contro la tortura – È quello il “regalo” che tutti possiamo fare ad Aldrovandi: quella madre che, oltre al dolore per la morte del figlio ha dovuto anche subire gli insulti vergognosi di uno dei poliziotti, chiede ora di firmare la petizione per una legge che spazzi via l’impunità di stato in Italia. Servono 100.000 firme da consegnare ai Ministri Severino e Cancellieri, per punire così quei poliziotti che si macchiano di questi crimini. Un appello al quale in tantissimi hanno immediatamente risposto: su Avaaz, nel giro di poche ore, sono state raccolte oltre 55.000 firme, mentre il tam tam mediatico corre anche su Twitter con l’hashtag #Federico25. Ma di firme bisogna raccoglierne altre e bisogna farlo subito, “prima che il Parlamento vada in ferie”.

“Diversi abusi commessi dalle forze dell’ordine restano impuniti” – Il coraggio della mamma di Federico Aldrovandi sta proprio nel voler credere ancora nella giustizia, una giustizia che deve avere gli strumenti per non lasciare impuniti alcuni crimini. “Perché la morte di mio figlio – scrive Patrizia Moretti – non è un’eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell’ordine rimangono impuniti”. E allora è sempre su Avaaz che leggiamo il messaggio da indirizzare al Ministro dell’Interno Cancellieri, al Ministro della Giustizia Severino e a tutti i Parlamentari:

Vi chiediamo di adottare immediatamente una legge forte contro la tortura che garantisca che gli agenti delle forze dell'ordine che commettono reati gravi non siano più al di sopra della legge e non possano più restare in servizio. Tutti gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico dovrebbero essere identificabili. È ora di rispettare la Convenzione Onu contro la tortura e di mettere fine all'impunità di stato, restituendo giustizia alle vittime di tortura e di altri crimini odiosi.

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