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Covid 19

Per Burioni gli over 50 che non hanno ancora fatto il vaccino Covid corrono “un grande rischio”

Il virologo ospite a ‘Che tempo che fa’: “Le cose stanno migliorando, potrebbero andare molto meglio se le persone si decidessero…” Con lui il professor Mantovani che ha parlato di “immunità innata”.
A cura di Biagio Chiariello
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Chi non ha fatto ancora il vaccino anti Covid tra gli over 50 "corre un grande rischio, anche perchè i dati sui vaccinati con terza dose indicano una protezione fino al 90% dai ricoveri. Le cose stanno migliorando, potrebbero andare molto meglio se le persone si decidessero". Lo ha detto il virologo Roberto Burioni, ieri ospite a "Che Tempo che Fa" su Rai3.

Immunità innata

Insieme a lui alla trasmissione tv di Fabio Fazio anche Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'istituto clinico Humanitas, che ha parlato dell'"immunità innata, nostra prima difesa. Gestisce la maggior parte dei nostri problemi senza che ce ne accorgiamo. Da marzo abbiamo deciso di studiarla rispetto al Covid e abbiamo scoperto che in particolare un antenato degli anticorpi, che si chiama MBL, riconosce il virus e ha attività antivirale” ha spiegato Mantovani. In tal senso Burioni parla di "scoperta che potrebbe aiutarci a capire chi si aggrava e perché”.

"La domanda che ci poniamo è: perché in alcuni funziona e in altri no? Non tutti si ammalano e non tutti si ammalano in forma grave. Ci sono fattori che lo determinano – ha spiegato poi Mantovani -: l'età, lo stile di vita, fumare o non fumare, essere in sovrappeso, e poi c'è una componente genetica. Chi ha varianti sfavorevoli di MBL è più a rischio di avere la malattia grave”.

Vaccino imprescindibile

I due esperti sono convinti che al momento non si può prescindere dalla vaccinazione: “Al di là delle scoperte sull'immunità innata, i vaccini sono la prima cintura di sicurezza. Vaccinandoci ci premette di far allacciare la cintura di sicurezza anche al sistema sanitario nazionale, ci permette di tornare a fare prevenzione e cura del cancro e delle malattia cardiovascolari nel Sistema Sanitario nazionale". Ha concluso Mantovani. “Ancora bassi – secondo Burioni -, i dati sulle vaccinazioni pediatriche. Avere un numero più alto di vaccinati ci permetterebbe di stare più tranquilli anche con le nuove misure relative alla scuola”.

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