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Insulti omofobi per anni: padre e figlia condannati a 24 mesi e 27.500 euro di risarcimento

Un padre e sua figlia sono stati infatti condannati complessivamente a 24 mesi per stalking omofobico con il beneficio della sospensione della pena. I due inoltre dovranno risarcire le parti civili per 27.500 euro.
A cura di Davide Falcioni
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Per un anno e mezzo ha pazientato nella speranza che si stancassero del loro comportamento omofobico: una "umiliazione costante" fatta di insulti lanciati da un balcone che lo accompagnavano ogni giorno quando usciva dalla casa del compagno per andare a lavorare. Per far finire quelle continue molestie ha dovuto rivolgersi ad Arcigay Rimini e, col supporto dell'avvocato Christian Guidi del Foro della città romagnola, oggi si è concluso quello che è stato vissuto come un incubo. Sono stati infatti condannati complessivamente a 24 mesi un padre e sua figlia per stalking omofobico con il beneficio della sospensione della pena.

I due condannati dovranno risarcire le parti civili per 27.500 euro: 10 mila euro a favore della vittima, 5 mila euro per l'ex compagno, 2.500 euro ad Arcigay Rimini. A questi si aggiungono circa 10 mila euro di rimborsi per le spese legali. Il Tribunale Collegiale ha indicato la possibilità di recupero con la partecipazione ad attività sociali.

Marco Tonti, presidente di Arcigay Rimini, ha definito la sentenza "una vittoria della civiltà che si realizza. Una condanna esemplare che ogni persona che pensa di poter adottare comportamenti omofobici e discriminatori dovrà tenere ben presente. Il nostro obiettivo principale è la prevenzione di queste situazioni, e in mancanza di una legge nazionale contro le discriminazioni omo-bi-transfobiche (l’Italia è unico Paese in Europa a non averla) queste sentenze esemplari possono rappresentare un fondamentale deterrente, per questo è importante denunciare sempre".

La vittima ha invece commentato: "Oggi per me è la fine di un incubo. Un capitolo che si chiude perché tutti questi anni di attesa sono stati un fardello in cui il pensiero andava sempre lì. Sapere che giustizia è stata fatta è una grande liberazione personale e anche per la Comunità. Ho capito che quando si subisce ogni tipo di violenza bisogna denunciare senza vergogna e non stare nel proprio dolore personale perché si può trovare una comunità che ti accoglie ed è pronta ad ascoltare e dare sostegno. Ogni persona dovrebbe essere libera nella sua quotidianità di poter vivere con serenità il proprio amore con la persona che ama e di essere se stessa".

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